Non ha vinto la Juventus e non ha perso il Napoli. Ha perso il calcio che non ha veri dirigenti e ha perso il governo che non ha indirizzi e si smentisce ogni giorno. A Torino non si è giocato, la vittoria a tavolino per 3 a 0 dura una sera e verrà affrontata da tribunali e avvocati, giudici e tifosi, tra questi anche molti giornalisti faziosi, di parte, juventina e napoletana.
Epilogo previsto ma con un rituale sciocco, inutile e senza senso, la Juventus negli spogliatoi, l’arbitro a fare l’appello e a compilare il referto, il Napoli assente non giustificato dai regolamenti ma giustificato dal suo presidente che già a Pechino, per la finale di una Supercoppa, si era distinto gentilmente ordinando alla squadra di non presentarsi alla premiazione, dannato per l’arbitraggio.
Nulla di nuovo e molto da scrivere e da raccontare. Andrea Agnelli ha ribadito di avere ricevuto un messaggio dal collega che lo invitava a rinviare la partita ma ha respinto la richiesta dicendo che la Juventus si attiene ai regolamenti e al protocollo che è stato stilato da tutte le componenti. Non altro, cresce la confusione perché Spadafora annuncia che sta alle Asl regionali la decisione ma non è roba sua semmai del ministro della Salute, Roberto Speranza ma ormai tutti parlano e nessuno ha la personalità e l’autorità di intervenire per chiudere le vertenze, non ne è capace la federazione, la lega di Serie A discute anche su uno scontrino del bar, i vari comitati si lavano le mani e non con il gel.
Il campionato si trascina e si trascinerà negli equivoci, nessuno accetta il verdetto, ora il Tar prenderà in mano la questione ma sarà battaglia tra le tifoserie. Questo è il nostro calcio, forse ce lo meritiamo.
Tony Damascelli