Ieri il giornalista Nicola Porro se la prende con il mio editoriale su La Stampa. In un pezzo corposo di 90 righe metto in luce quali sono le motivazioni per cui amministratori e cittadini, in caso di piogge che un tempo erano eccezionali e oggi non lo sono più, non debbano prendersela con la natura e con il destino cinico e baro ma esclusivamente con se stessi.
Ecco, a Porro non sta bene questo. Perché, come tutti coloro che non sanno, non si intende si fenomeni naturali. Non ha idea di cosa scateni le alluvioni. Non sa cosa significa una certa quantità di pioggia su un territorio e cosa significa aver ricoperto l’Italia di asfalto e cemento come nessun altro paese europeo.
O non lo sa o non lo vuole sapere. Ora non mi interessa fare polemica con chi è ignorante e arrogante, perché non porta nessun vantaggio. Ma è interessante vedere come questo sia l’atteggiamento tipico di certa parte dell’umanità.
Le piogge sono cambiate, ma sono cambiati soprattutto i territori e le città. Questo è quello che ci rende più fragili. Ma non vogliamo sentircelo dire. Ci interessa di più pensare che sia la natura ad aver aumentato le sue piogge. Peraltro, fosse anche per il cambiamento climatico, sempre da noi dipenderebbe.
La stessa storia che avviene sul clima. Tutto ci piace sentir dire fuorché sia stato provocato dalle nostre attività produttive, cosa ormai acclarata dalla maggior parte delle pubblicazioni scientifiche al mondo. Dunque non ci piace sentir dire che è colpa nostra ma pensiamo che è sempre stato così, che dipende dal sole e che un tempo la Groenlandia era verde e altre amenità di questo genere.
La stessa cosa esatta che succede con Sars Cov 2. Figurati se dipende dalle nostre attività scellerate. Come ad esempio la deforestazione eccessiva che libera i pipistrelli a cercarsi altre stazioni dove stare la notte o dove vivere. In quel modo possono scaricare la loro eccezionale carica virale su elementi di passaggio e procedere con gli spillover.
Tutte queste cosa, che sono ormai certezze dal punto di vista scientifico, non possono essere digerite da chi pensa che invece questo è il sistema migliore possibile, che l’uomo occidentale ha fatto bene a conquistare le sue posizioni anche a spese di altre specie e soprattutto del pianeta.
‘E tutto va bene, Madama la Marchesa’. Purtroppo le cose non stanno così. Ma finché ci sarà un’ignoranza così diffusa sui fenomeni naturali, una scarsa dimestichezza con il metodo scientifico che ci permette di distinguere le notizie vere da quelle false, e così tanta malafede, non credo che faremo tanta strada.
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