“Evidentemente certe scelte, certe operazioni mai sarebbero potute avvenire con il consenso democratico e il modo che hanno escogitato per portarle a compimento è stato quello di scavalcare i parlamenti“. Semplice e concreto, in perfetta linea con il pensiero socialista contro l’opera “turbocapitalista” degli enti sovranazionali, che sta agendo in questo momento ma che sembra essere ignota ai più, nonostante le informazioni si trovino ormai a portata di smartphone. Diego Fusaro ha quindi preso le redini di questa visione che smaschera il modo in cui è stato deviato il sogno europeo di Ventotene, divenendo a partire dal dopo guerra “quasi più vicino agli ideali nazisti, che a quelli della democrazia”. “Perché la BCE in realtà non fa riferimento a riserve auree, ma stampa come vuole”, deduce Fabio Duranti.
“Esatto, gli stati devono chiedere moneta a questo organo privato che quindi crea debito che è il sistema moderno di imporre la schiavitù“. Demofobia la battezza il filosofo torinese, secondo il quale alla base di questo dominio impopolare dell’Europa sulle nazioni ci sono diversi responsabili: innanzitutto il fatto che all’idea di sovranità nazionale si attribuisca l’etichetta di ideale nazista, o comunque una certa vicinanza al pensiero fascista che imperversava a cavallo delle due grandi guerre: “Si pensi che ai tempi di Togliatti e di Nenni era invece fortissima e radicata l’idea della sovranità nazionale“, come pure sovranista sarebbe oggi Gramsci, che era un fervente ammiratore di Cavour. Non trascurabile in questo quadro il cambiamento delle sinistre, che stanno passando sempre più alla difesa delle classi che opprimono, abbandonando gli interessi dei lavoratori e dei ceti oppressi: “Con queste sinistre non servono più le destre“, dice Fusaro che spiega poi come il piano capitalista preveda un cambiamento dei legami affettivi .
“Il capitalismo post 1989 ha interesse nello sradicare la figura biologica e individuale del padre, figura che secondo la psicanalisi ha la funzione di porre dei limiti e senza la quale non c’è limite al desiderare”, lo spiega nel suo nuovo libro “Il nuovo ordine erotico, elogio dell’amore e della famiglia” che interessa non solo l’ambito familiare, perché ci propone un paragone interessante:”la patria rappresenta il luogo in cui i popoli si formano e si costituiscono e il capitale deve dissolvere padre e patria in modo che resti da una parte, il desiderare illimitato degli individui e dall’altra lo sradicamento post-identitario dei popoli nel magma della globalizzazione“: il padre sta al figlio, come la patria sta al popolo.