Ibrahimovic smaschera l’Inter. Il Milan vince il derby e va in testa. Merito di un football saggio, normale che ha nello svedese una luce unica, esclusiva, gli anni non contano, contano i piedi, la personalità, la voglia di dimostrare.
L’Inter resta una premessa e una promessa di grande squadra, va sui nervi quando dovrebbe ragionare, come il suo allenatore eccitato e con lui Oriali che avrebbe un ruolo istituzionale più serio.
Lukaku e Lautaro sono il riassunto dei nerazzurri di fronte a Ibrahimovic, lo svedese gioca con il cervello, i due interisti con il fuoco dei muscoli e della rabbia. Sta di fatto che, a parte il mediocre arbitro Mariani, il derby è stato bello, acido nei colpi tra i calciatori molto affaticati nel finale con errori parrocchiali e comunque gratificante per il popolo rossonero che si ritrova come ai bei tempi primo in classifica, con ampio merito e senza aver portato a casa calciatori straordinari ma avendo confermato un campione che decide qualunque giocata, qualunque partita.
Il fattore Z sul campionato potrebbe rappresentare la grande sorpresa.
Tony Damascelli