Un susseguirsi di sinuosi saliscendi, il tracciato fino a oggi inedito per un gran premio di Formula Uno come quello di Portimão. Questo è stato il teatro dell’ennesimo record, stavolta assoluto, di Lewis Hamilton: 92 gran premi vinti, un’enormità per l’epoca di cui è protagonista, senza dover per forza fare paragoni con i grandi che hanno caratterizzato altre ere.
Spettacolari le inquadrature dei suoi “on board” per la pulizia delle traiettorie; annichilente la sua tattica di gara per quanto riguarda soprattutto la gestione del carburante: una prima parte ragionata, una seconda arrembante. Alle sue spalle, tutta la frustrazione del suo compagno di squadra, ancora una volta: Valtteri Bottas ha provato ad andarsene per i primi venti giri, poi ha avuto “The hammer” sempre più grosso nello specchietto, fino a quando se lo è visto sfilare sul rettilineo, perdendolo progressivamente di vista.
Capitolo Ferrari: i miglioramenti sono percettibili, dal punto di vista dell’aerodinamica, con i tanti aggiustamenti che da qualche gara a questa parte vengono adottati nei profili. Però, per diretta ammissione di Vettel, a interpretarli in modo proficuo è il solo Leclerc, oggi quarto. In realtà alla fine anche Vettel è stato decoroso, quantomeno per aver raggiunto la zona punti, però è evidente che il compagno di squadra sta spremendo la macchina, forzando anche le strategie.
Per quanto ci riguarda, dopo una nota di merito per Gasly, ancora una volta, per noi oggi il “Driver of the day” è Kimi Raikkonen: il suo primo giro è stato semplicemente fantasmagorico, ed è al termine di quello che abbiamo deciso l’attribuzione della menzione d’onore.
A Imola, ora, speriamo con un altro piccolo progresso del Cavallino.
Paolo Marcacci