Carnevali (AD Sassuolo) ► “Squinzi sarebbe orgoglioso, i nostri successi frutto della programmazione societaria. De Zerbi è speciale, vogliamo tornare in Europa”

L’oasi felice del Sassuolo. Nelle sabbie mobili del calcio italiano, con bilanci in rosso e squadre che rischiano grosso, esiste una splendida eccezione. La creatura nero verde del gruppo Mapei è un esempio virtuoso di serietà e progettualità a lungo raggio.

L’occhio principale rimane sempre quello puntato sul bilancio, ciò non vuol dire però non poter essere ambiziosi. Il Sassuolo, nel corso delle stagioni, ha strappato ampi consensi per la spettacolarità del gioco espresso in campo. Prima con Di Francesco, ora con De Zerbi. Godersi il magic moment in Serie A è un dovere.

Ai microfoni di ‘Radio Radio Lo Sport’ è intervenuto Giovanni Carnevali, Amministratore Delegato e Direttore Generale della società emiliana

La famiglia Squinzi al timone di un gruppo solido

Il patron Squinzi è stato un grande. Ho avuto modo di conoscerlo per tanti anni. Sono a Sassuolo da 8 anni e noi non facciamo altro che seguire quello che era il suo desiderio. Purtroppo, nell’arco di 50 giorni, sono venuti a mancare lui e la moglie che era un pezzo importante del Sassuolo Calcio. Adesso ci sono i figli che stanno portando avanti la conduzione generale del gruppo Mapei. Lui sarebbe stato sicuramente orgoglioso di quello che stiamo facendo”.

Come è cambiata la gestione del Sassuolo dopo la scomparsa del suo Presidente?

Per noi è stata una perdita incredibile. Io soprattutto considero il Dottor Squinzi come un secondo padre. Lui mi ha sempre permesso di condurre questa società in modo molto autonomo. Il Sassuolo è sempre stato considerato come una delle aziende del gruppo Mapei, che ha più di 90 fabbriche nel mondo, con la possibilità di gestirla personalmente. La perdita è stata fortissima sotto l’aspetto umano. Per il resto della conduzione bastava poco per poter capire le cose che dovevamo fare. I risultati della programmazione fatta tanto tempo fa si stanno vedendo oggi. Noi non dobbiamo fare altro che portare avanti quello che era il suo pensiero. Il pensiero che oggi stanno portando avanti i figli Veronica e Marco Squinzi”.

Su mister De Zerbi

Io conosco De Zerbi da quando era un giovanissimo del Milan. Ci lega un rapporto particolare. Siamo molto uniti, abbiamo un modo di vedere le cose in maniera simile. Questo sicuramente ci ha aiutato moltissimo per il lavoro che si sta facendo. Lui sposa totalmente la filosofia della società. Noi abbiamo iniziato un rapporto con lui nel momento in cui lui ha avuto una retrocessione con il Benevento, ma eravamo consapevoli delle sue qualità e caratteristiche sia sotto l’aspetto tecnico ma anche umano. E’ un allenatore speciale, perché ha qualcosa veramente di particolare. Un allenatore che migliora i giocatori e che ha qualche cosa da grande allenatore. Chiaramente è un mister che potrà essere ambito da grandi club. Io spero che possa continuare con noi. Già dalla passata stagione sapevamo che avrebbe avuto richieste da parte di qualche altra società, ma il desiderio nostro e suo era di continuare in questo percorso”.

Su Locatelli e gli altri pezzi pregiati dei neroverdi

Noi quest’anno volevamo cercare di trattenere la rosa più compatta possibile senza troppi cambiamenti, soprattutto mantenendo certi giocatori. Vedi Locatelli, Berardi e Boga che avevamo varie richieste. Ci siamo riusciti perché anche loro stessi hanno creduto che quest’anno poteva essere la soluzione migliore rimanere ancora in questa società per maturare e crescere. Fino ad ora penso che la scelta sia stata giusta. Rinunciare ogni tanto a delle opportunità che vengono prospettate non è facile, però noi abbiamo mantenuto fede a quello che abbiamo detto all’inizio della stagione”.

La solidità societaria dell’US Sassuolo

La nostra è una società solida perché abbiamo alle spalle un’azienda importante, ma la società ha un occhio di riguardo sia sull’aspetto tenico-sportivo ma anche e soprattutto a livello di bilancio. La società è sempre cresciuta pian piano senza far cose più grandi di quello che dovrebbe fare. Stiamo molto attenti agli investimenti, cercando di andare a prendere giocatori che possono crescere con noi tramite un progetto sportivo per poi poterli cedere anche a società importanti facendo ricavi”.

Dove può arrivare questa bella realtà?

L’anno scorso siamo giunti ottavi ed è stato un risultato straordinario. Speriamo di ripeterci. E’ chiaro che l’ambizione è sempre quella di migliorare. In questo percorso abbiamo già partecipato ad una Europa League e noi vorremmo ritornarci anche presto. Stiamo lavorando per questo. Il nostro obiettivo è ottenere sempre qualcosa in più ma senza fare cose che dopo vanno a danneggiare l’aspetto economico”.

Come nasce l’intuizione di Boga?

Prima di tutto la scoperta di Boga nasce dalla nostra area sportiva, con il nostro direttore sportivo e tutta l’area scouting. Abbiamo avuto modo di visionare il ragazzo per un po’ di tempo, quindi era già un po’ nel nostro mirino. Poi il rapporto ottimo che abbiamo con il Chelsea, direttamente con la società, ci ha permesso di arrivare prima degli altri”.

Quale è la differenza tra un’azienda classica e una calcistica?

L’azienda di calcio è particolare. Perché è una grande azienda, come tutte le altre, ma con in più una parte sportiva con un mondo diverso da quello dell’azienda classica. Coniugare le due cose non è semplice perché bisogna cercare di lavorare in un certo modo. Alla base devi sempre strutturarti come un’azienda vera cercando di far le cose nel modo migliore. Sicuramente è importantissimo fare la scelta dell’allenatore, sui giocatori, ma la cosa più importante è la società. La società deve dare direttive ben chiare, sapere quello che vuole e dove si vuole arrivare. E’ normale che se continui a fare investimenti sbagliati nel tempo poi ti trovi in grande difficoltà. Il fatto è che tante società erano in difficoltà indipendentemente dal periodo in cui ci troviamo”.

I segnali di una gestione virtuosa

In questi anni abbiamo costruito un centro sportivo tutto nostro all’avanguardia. Abbiamo uno stadio di proprietà. Quindi abbiamo già due cose fondamentali per una società di calcio. Grazie alla nostra proprietà siamo riusciti a fare degli investimenti molto mirati e attenti. Siamo una società piccola ma organizzata che cerca di fare le cose bene e con molta semplicità. Questa è la nostra filosofia che stiamo portando avanti da tempo. E’ successo anche con mister Di Francesco in passato. Stiamo acquisendo anche molti fans con tanti ragazzi giovani che ci seguono. Credo che con il tempo dobbiamo continuare su questa strada facendo della nostra forza la programmazione. Se viviamo alla giornata, non faremo grandi cose”.