Ormai credo sia evidente a tutti: siamo tornati nella Fase 1, vero è che fingono che l’Italia sia con regioni diversificate cromaticamente.
Ma il cuore della questione sta nel fatto che, come avevamo previsto, dalle Fase 2 si è tornati alla Fase 1 secondo l’andamento del rocchetto (o dello Yo-Yo) con cui abbiamo scelto di caratterizzare efficacemente l’andamento di questa pandemia.
Intanto vi sono affermazioni che non devono passare inosservate.
Così ha detto il 5 novembre Domenico Arcuri: “Le mura domestiche sono i principali focolai“. Ed è proprio lì che già da tempo vogliono penetrare in un modo o nell’altro: dentro le vostre case.
Con lo smart working già ci sono arrivati invero. L’azienda entra nello spazio sacro della casa, lo profana, e muta il tempo della vita in tempo del lavoro.
Naturalmente la narrazione edificante egemonica vi ripete che voi ne guadagnate assai. In realtà semplicemente non avete più tempo libero e non avete più uno spazio sacro sottratto alla presa dell’azienda.
Ma questo, si sa, ancora non basta.
Lo scopo ultimo del regime terapeutico come potenziamento e accelerazione delle tendenze del turbocapitalismo globalista è sopprimere la distinzione tra privato e pubblico. Più precisamente l’obiettivo è rendere tutto economicamente privato, cioè sottoposto al do ut des dei mercati, al cannibalismo planetario; ma al tempo stesso l’obiettivo è rendere tutto politicamente pubblico, cioè controllato dal potere e sottratto alla libertà dell’individuo.
Quanto più l’epoca della globalizzazione celebra l’individuo, tanto più lo annulla sotto i colpi dell’onnipotenza del mercato e del potere ad esso connesso.
Non solo dunque si attua il mito orwelliano della tracciabilità totale sopra la pelle e sotto la pelle, con tamponi e misurazioni della temperatura. Si sta anche procedendo ad abbattere la distinzione tra vita privata e vita pubblica.
Nulla deve rimanere indisponibile alla presa e al controllo panottico del potere autoritario incondizionato del nuovo ordine terapeutico.
Se la casa, come afferma Arcuri, diventa il principale spazio di diffusione del virus, va da sé che è nella casa che dovrà presto o tardi penetrare l’ordine disciplinare del controllo del virus e delle politiche.
Diranno come al solito che anche quest’ultima invasione è a fin di bene. Invadendo il vostro spazi privato diranno che “ciò è volto a proteggere le vostre vite“.
Preparatevi dunque, presto verrà scardinato anche l’ultimo baluardo di difesa, di privatezza, di inaccessibilità del potere.
Se ne è parlato in una bozza di un Dpcm fortunatamente non passata all’atto e se ne parla anche in Inghilterra, dove – lo dice la stessa Repubblica – la polizia avrà la possibilità di fare irruzione nelle case per controllare ciò che avviene.
State pronti, la casa è l’ultimo traguardo per il nuovo regime terapeutico.
RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro
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