Niente Immobile, né Strakosha, né Leiva: ordine del Campus Biomedico di Roma che, a differenza del laboratorio di Avellino, ha trovato nei tre giocatori il gene E ed il gene N. In soldoni, niente Juve.
Finisce dunque così la questione, ma non finisco le polemiche a riguardo nei confronti della Lazio e in particolare del presidente Lotito. Proprio Ciro Immobile si è espresso nelle scorse ore in proposito: “Diffido chiunque dal mettere in dubbio la mia onorabilità e professionalità in una vicenda di cui non ho la minima responsabilità e gestione, e sono pronto ad adire le vie legali a tutela della mia immagine e dei miei diritti”.
Possibile pensare ad un errore umano dietro i due tamponi risultati discordanti, o comunque a un fenomeno di natura opinabile e non all’evenienza che qualcuno abbia detto menzogne?
Lo abbiamo chiesto al Professor Massimo Ciccozzi, Direttore dell’unità statistica medica ed epidemiologica al Campus Biomedico, che non dà chance a ipotesi di manomissione delle macchine adibiti ai test, né a differenze di protocollo regionale che potrebbero viziarne i risultati.
La sua intervista a ‘Radio Radio Lo Sport’.
“Come siano possibili due risultati diversi? Questo non lo so, so che il nostro Campus è un laboratorio accreditato regionale, quindi non credo ci sia nulla da dire su questo.
Il test è semplice: la macchina legge, fa delle curve che sono inequvocabili. Una volta fatto il tampone questo viene processato in una macchina, non c’è nessun operatore che mette mano o fa diluizioni in più. No, fa tutto la macchina, è abbastanza standardizzato. Il trasporto? Non può modificare il risultato. Non c’entra nulla.
Le macchine non sono modificabili. I cut-off sono quelli, la ditta ti dice che questa funziona con quei cut-off e tu la leggi in quel modo. Una volta che le macchine sono tarate sono tarate per quello che ti dice la ditta che certifica quella macchina prima di dire che questa funziona e rileva il virus. Deve fare tante prove, altrimenti non glie la certificano mica in Europa.
Dopo i risultati se ne occupa sempre la Asl. E’ sempre la Asl che in caso di tampone positivo deve provvedere a mettere in isolamento l’interessato e fare le dovute indagini epidemiologiche.
Se ci sono differenze tra regioni? Epidemiologicamente parlando la regola è questa, poi ogni Regione la può plasmare a seconda del territorio che ha e delle forze che può mettere in campo. Ma il protocollo epidemiologico di base, quello che i insegno all’università dai miei studenti, è questo.
Anche in Europa le macchine sono le stesse, sempre con le solite tre ditte, ma tutte adibite a trovare l’RNA. Non possiamo pensare che uno fa in un modo e uno fa in un altro“.