Il Presidente sconfitto e uscente Donald Trump continua a non voler riconoscere la vittoria di Biden alle elezioni per la presidenza degli Stati Uniti. La cosa è piuttosto bizzarra non tanto perché non sia confacente al personaggio, che è un pessimo individuo e dunque questo tipo di scarso riconoscimento dell’avversario ce l’ha sempre avuto, insultandolo continuamente e chiamandolo ‘Sleepy Biden’. Gliene ha dette di tutti i colori, andando ben oltre il dibattito politico. Anzi addirittura è stato il Presidente che ha più insultato l’avversario, sperando così di rinforzare la sua base elettorale di pancia. Ma, insomma, non soltanto per questa ragione. Perché non si capisce in base a che cosa si dovrebbe revocare questa elezione.
I voti di distanza tra i due, dal punto di vista dei voti popolari, sono un grandissimo divario. Biden è stato il Presidente più votato di sempre.
Dal punto di vista dei grandi elettori Biden ha vinto in diversi stati, non in uno soltanto, e la differenza è di parecchi grandi elettori. Non sono i 1000 voti o i 2000 che separavano Al Gore da Bush in Florida per i quali, a un certo punto, lo stesso Al Gore si è ritirato dall’elezione nel timore di arrivare a uno scontro istituzionale aggravato. Qui si tratta di decine di migliaia, se non centinaia di migliaia di voti, dunque non c’è nessuna speranza che ci sia un broglio tale che abbia operato in maniera chirurgica solo e soltanto a favore di Biden.
Anche perché se si tratta invece di errori, questi saranno stati distribuiti più o meno equamente da una parte e dall’altra. Il progetto del Presidente uscente sconfitto, quello cioè di andare davanti alla Corte Federale, deve passare prima attraverso i singoli stati. Cioè si deve riscontrare un errore significativo, o un broglio significativo, in ciascuno degli stati in cui Trump ha perso. Ma non ha perso di un voto, o di mille voti, ma di decine di migliaia di voti. Quanto possono influire?
Tanto è vero che soltanto in uno stato sono state ricontate le schede. E’ la Georgia perché la differenza era inferiore dell’1%. Ciascuno stato ha la sua soglia, al di là della quale si devono ricontare le schede. Dunque cosa sta cercando di fare Donald Trump? Sta cercando di evitare di fare l’unica cosa al mondo che non ha mai saputo: quella di ammettersi sconfitto.
Ignorando che l’ammissione della sconfitta è una caratteristica degli uomini forti. Quelli che invece gridano vittoria, pure quando sono stati sconfitti, sono i più deboli di tutti. Ma anche i più pericolosi.
GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi
LEGGI ANCHE:
- Il caso delle discoteche in Sardegna: esempio della politica che si piega agli interessi del profitto
- Contagi Covid: buone notizie dai tamponi, ma ora bisogna giocare d’anticipo
- Ve lo dico chiaramente: se ognuno non fa la sua parte, finirà come con la Spagnola nel 1918