Sul Sole 24 Ore di ieri vi era un interessante articolo così intitolato: “Dal 2023 tagli alla sanità per 300 milioni all’anno: la verità sui conti”. Non ce ne stupiamo, anzi, siamo sempre più convinti che questa sarà la tendenza. Del resto, bisogna pur riflettere sul fatto che in questi mesi, a ribadire con enfasi che la salute viene prima di tutto, sono gli apostoli del potere neoliberalista. Gli stessi che negli ultimi 20 anni non hanno fatto altro che chiudere ospedali e ridurre la spesa della sanità pubblica.
Se loro dicono che la salute viene prima di tutto, lo fanno solamente per giustificare la demolizione delle libertà e la compressione dei diritti. Poiché la vita è oggi per l’uomo occidentale il valore sommo, a cui tutto può essere sacrificato, il potere neoliberista la assume come posta in palio decisiva. E ciò nella forma di un subdolo ricatto.
La verità è un’altra: il virus è il prezzo che l’Italia e molte altre realtà europee, hanno pagato a lustri di politiche di privatizzazione e di liberalizzazione. Il nuovo paradigma liberista, mediante il quale si arricchivano le banche e gli speculatori, era del tutto incapace di affrontare perfino un’epidemia con una letalità dello 0,6% (dati Oms).
Basti qui ricordare che nel 2016, l’ultra-liberista Carlo Cottarelli aveva chiesto tagli per 3/5 miliardi di euro al sistema sanitario nazionale. Insomma i morti di covid sono vittime dell’ordine liberale e del suo bieco teorema: meno Stato, più mercato.
RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro