Il deputato della Lega Cludio Borghi è intervenuto alla Camera nel corso della Seduta 436 – Decreto immigrazione e sicurezza, esame degli ordini del giorno. Fortissima l’accusa al Governo e al Ministro Gualtieri per essere andati in Europa a discutere sulla riforma del Mes senza la giusta considerazione del Parlamento.
Questo il testo del suo intervento:
“Grazie, Presidente. Il mio ordine del giorno serve a sanare una delle tante sciatterie che sono presenti in queste leggi e che spesso, in Commissione bilancio, purtroppo, vediamo, vale a dire prevedere compiti ulteriori con i mezzi attualmente a disposizione. Il che significa due cose: o c’è, in questo momento, della gente che si gira i pollici oppure state ingannando la Commissione bilancio e, quindi, l’Aula, perché non è possibile che vi siano le risorse per lo svolgimento di compiti in più rispetto a quelli che attualmente sono previsti, specialmente, come in questo caso, per cose onerose come programmi di reinserimento successivi per i clandestini che dovessero essere accolti e, quindi, si fa praticamente fare agli enti locali anche la scuola, a parità di risorse.
Io, però, partendo da questa sciatteria, vorrei riflettere su cosa è diventato questo Parlamento.
Cari colleghi, riflettete un attimo su cosa stiamo facendo: noi stiamo parlando per ore su ordini del giorno, perché, purtroppo, è l’unica arma che è rimasta all’opposizione, quella di riuscire a parlare di queste cose quando qui dovremmo parlare di leggi e dare indirizzi al Governo. Ma il Governo governa per DPCM; il Governo se ne va in Europa a decidere cose importantissime per il futuro della nostra nazione, sbattendosene del Parlamento. Mentre noi siamo qui a parlare degli ordini del giorno, il Ministro Gualtieri se ne è andato in Europa e ha dato l’assenso ad una riforma che ci porteremo per i secoli a venire.
Ma vi rendete conto di come siamo messi? Presidente lei – sì, Presidente, lei, Maria Edera Spadoni -, che, ieri era evidentemente in collegamento in Commissione bilancio, ha visto cosa è successo: ha visto che nessuno dei suoi colleghi del MoVimento 5 Stelle ha dato l’assenso al Ministro per poter parlare e per poter approvare quella riforma. Davanti a questa sua personale testimonianza – e io sono convinto che lei non possa negare -, il risultato cos’è stato? Che il Ministro ha detto: no, io prendo, vado e approvo.
Capite perché qui parlare di ordini del giorno è mortalmente svilente per questo Parlamento? Perché, anche le volte che ci sono delle occasioni di confronto o di informativa su temi importantissimi, non sono bagatelle, su temi importantissimi, il Ministro non dà alcun peso a quello che viene detto qui in Parlamento.
Ma come facciamo a farci umiliare così? Ma è colpa nostra, attenzione, non è colpa del Governo; se al Governo si fa fare qualsiasi cosa, va bene. Noi potremmo anche riprendere in mano un filo di dignità e, per riprendere in mano un filo di dignità, basterebbe fare una cosa semplice e qui mi rivolgo ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, di cui ho letto molti interventi su Facebook, sui social, dicendo: no, il Ministro ha sbagliato, il Ministro non ha fatto quello che noi dicevamo… Sì, mi attengo, Presidente, però, guardi che l’ordine del giorno, purtroppo, è collegato a tutte queste questioni, perché qui, se non chiariamo la funzione del Parlamento, che facciamo?
Allora, nel momento stesso in cui ci si sente defraudati della propria prerogativa di parlamentari, guardate che basta avere la dignità di ripescarlo per un orecchio il Ministro e di sfiduciarlo. Voi mi date un cenno, mi dite che siete stati defraudati? Ottimo, fatemi un cenno, si presenta una mozione di sfiducia al Ministro e vedrete che non ride più e vedrete che non fa più quello che vuole.
Basta quello, altrimenti sono chiacchiere, altrimenti sono soltanto quaquaraquà. Non si può fare il post su Facebook e dire: mi sono mondato la coscienza. Qui c’è una dignità del Parlamento da recuperare per tutti, così, magari, la smettiamo di parlare di ordini del giorno e ricominciamo a parlare del destino di questo Paese.
Ma, caspita, abbiamo un’occasione nella vita per poter essere parlamentari e ce la giochiamo così? Quando, all’epoca, fu abolito il vitalizio, signor Presidente, tutti dissero: bene, giusto, la casta!
Ecco cosa abbiamo prodotto invece: abbiamo prodotto 630 pavidi che hanno paura di essere disoccupati e, quindi, allora, voterebbero qualsiasi cosa. È una vergogna che questa istituzione sia finita così: voterebbero qualsiasi cosa contro quello che hanno detto, contro quello che hanno sempre affermato, calpesterebbero i loro principi perché hanno paura di ritornare alla disoccupazione! Ma che vergogna è!”