Con il numero di vittime che ci sono tutti i giorni per via della pandemia Covid-19, mi sembra davvero surreale che si continui a discutere non delle attività economiche in generale, che per fortuna non sono state azzerate come nel caso del primo confinamento, ma di alcune attività che francamente non riesco a capire come si possa pensare di portare avanti.
Ci sono alcuni luoghi in cui il contagio è più sicuro, almeno statisticamente. Questi luoghi sono stati misurati e sperimentati da vari team di ricercatori in tutto il mondo. In particolare, senza entrare nel dettaglio, sono stati pubblicati i dati per cui all’interno di un luogo chiuso in cui ci siano una quindicina di persone dopo 4 ore di permanenza si arriva facilmente a contagiarne 14 se uno è infetto. Se però le persone indossano tutte la mascherina, questo contagio diminuisce a circa 8. Se poi c’è un sistema di circolazione dell’aria forzato e sanificato si può arrivare alla possibilità che soltanto 1 venga contagiato.
Il problema è che se si tratta di un bar o di un ristorante, all’interno di questi locali, la mascherina la togli per forza. E’ impensabile rimetterla tra una portata e l’altra o fra un sorso e l’altro. Quindi sono questi i luoghi, e tra questi sono annoverate anche le palestre, chiusi in cui le condizioni sono queste a destare maggiore preoccupazione. Quindi come si può pensare che, di fronte a quei contagiati e a quei morti, la cosa principale è occuparci del cenone di Natale o di quello di Capodanno?
Sarebbero assembramenti in luoghi chiusi che non potrebbero avere nessuna possibilità di far scampare al contagio. Non è una questione ideologica, è una questione scientifica e come tale va posta. Alla stessa maniera vanno poste le attività sui campi da sci. Francamente sembra assurdo perché, non significa soltanto stare su una pista in solitario, ma poi ammassarsi in una baita in quelle condizioni e poi cenare in un albergo o ristorante in quelle condizioni, o addirittura più strette. Per non parlare del fatto che bisogna arrivarci nei posti e non tutti ci arrivano con l’autovettura privata.
Sono tutte attività che non sono compatibili con una riduzione significativa dei contagi e dei morti. Dunque bisogna mettersi in testa che non si debbono fare. A meno che non si pensi che vale la pena tenerle in piedi, il prezzo da pagare è questo e tutti lo sappiano. Avremo tempo per festeggiare e recuperare. Intanto possiamo recuperare dentro di noi alcuni significati che avevamo perduto. Non li perderemo certamente per via di un anno che passa in questo modo balordo.
GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi