Fonseca torna a fare una buona e alla fine apprezzabile minestra con gli ingredienti – non molti stasera – che si ritrova in dispensa.
Dopo la serata per certi versi avvilente del San Paolo, la Roma era chiamata a rialzare la testa, senza nemmeno il tempo di leccarsi le ferite e in questi casi è sempre meglio non crogiolarsi nell’attesa di una partita: bisogna giocare il prima possibile.
Detto, fatto: alla fine il risultato rispecchia i rapporti di forza e i valori tecnici; però eccessivi sono gli imbarazzi che gli uomini di Fonseca patiscono nella prima frazione di gioco. Sappiamo bene che Cristante non è un difensore di ruolo, proprio per questo motivo non bisogna esporlo a un uno contro uno con qualsivoglia avversario. Questo per dire che il vantaggio dello Young Boys è in gran parte frutto del suo restare piantato contro Nsame, però forse una parte di colpa comincia prima, con l’amnesia della linea mediana.
Alla spicciolata, qualche nota sui singoli: brillante storicamente Bruno Peres, vigile Juan Jesus, famelico e premiato dal gol Mayoral, utile Carles Perez, alla fine compiaciuto nell’esibire qualche pregevolezza tecnica.
La vetrina, all’unanimità, spetta di diritto a Riccardo Calafiori, non solo per il gol meraviglioso, ma anche e forse soprattutto per la costante assunzione di responsabilità evidenziata sin dai primi minuti. Contenendo anche la comprensibile voglia di strafare.
La realizzazione, dicevamo, è un compendio di doti balistiche, sensibilità del piede, coordinazione plastica e correttezza posturale. L’incrocio dei pali lo ha negli occhi, prima che nel sinistro.
Domenica arriva un cliente difficile e ferito, all’Olimpico: il Sassuolo di De Zerbi; servirà ancora più concentrazione; serviranno tutti i titolari nel frattempo recuperabili.
Paolo Marcacci