È ufficiale, la Chiesa si piega al regime: prese di mira perfino le statuette del presepe

Al tempo del coronavirus anche la chiesa cattolica si è piegata alla nuova religione terapeutica e in particolare si è sciolta completamente nell’ateismo liquido della civiltà dei mercati, che non chiede di dire che Dio non esiste, ma di fare semplicemente come se Dio non esistesse.
Si può anzi dire che Dio esiste e sostenere la necessità di rendere conto a Dio in privato, ma l’importante è fare in pubblico come se Dio non esistesse. È questo il fondamento dell’ateismo liquido che ormai ha di fatto occupato e colonizzato la stessa chiesa cattolica di Bergoglio.

Apprendiamo in questi giorni anche da La Stampa che anche il presepe non sfugge al rimodellamento organico al coronavirus.
In particolare il quotidiano torinese ci segnala che presso il duomo di Torino il presepe è stato allestito in forma coerente con il tempo del Covid-19.
In particolare anche Giuseppe e Maria indossano la mascherina.
Ebbene sì, avete sentito bene. Giuseppe e Maria vengono presentati nelle vesti classiche ma con indosso la mascherina, simbolo del nuovo regime terapeutico.

Del resto ce l’hanno detto apertamente anche gli stessi membri del comitato tecnico-scientifico: all’aperto in spazi distanziati la mascherina non serve assolutamente a nulla sul piano medico. Vale tutt’al più come segnale, come simbolo. Se volete come uniforme di un regime specifico, che non usa più la camicia nera o l’uniforme classica, ma appunto la mascherina, con la quale ci identifichiamo tutti come sottomessi a un ordine dominante e immediatamente riconosciamo i dissidenti, dacché si rifiutano di indossare suddetto simbolo del potere.

Ebbene, la chiesa cattolica si è piegata interamente. Del resto sapete bene che Papa Bergoglio ha rinunziato per il 2021 a tutti i suoi viaggi di tipo religioso: su queste basi Gesù Cristo non avrebbe dovuto sanare i lebbrosi, San Francesco d’Assisi non avrebbe dovuto abbracciarli e Carlo Borromeo non avrebbe dovuto comunicare gli appestati.
Se la ragione è quella per cui c’è il virus e bisogna sospendere tutto, viene meno la stessa ratio della chiesa e del cristianesimo, perché di fatto anche la chiesa si adatta alla nuova norma fondativa del capitalismo terapeutico. Quella iper-immanentistica, materialistica e atea per cui la salvezza dei corpi, cioè la salute, viene prima di tutto. Anche della salvezza delle anime.

Prova ne è che la chiesa si piega, diventa ancella – dice Agamben – rispetto al nuovo materialismo tecno-scientifico della religione terapeutica: messe via streaming, acqua santa distribuita tramite acquasantiere elettroniche, sospensione delle estreme unzioni, distanziamento, riorganizzazione integrale del culto secondo le norme del terapeuticamente corretto.

Fino ad arrivare al paradosso estremo tra il tragico e il comico del presepe sabaudo rimodulato con le mascherine. Chissà se in questo presepe verranno presentati i Re Magi che debbono attendere il tampone perché vengono da fuori, o debbono rispettare la quarantena perché vengono da oltre confine.

E chissà soprattutto se a svolgere la parte dell’asinello magari troveremo qualcuno del noto Governo dei pavidi guitti giallofucsia che in effetti ben si presterebbero a svolgere la parte dell’asinello ragliante, pur nel divino presepe.

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