Denunce penali per chi non rispetta le regole del Dpcm. E’ quanto proposto dal coordinatore del Cts Agostino Miozzo, che vorrebbe stringere la morsa delle restrizioni sugli italiani inserendo il penale in caso in cui si venga ad esempio trovati in casa in sovraffollamento o, punto da chiarire, magari anche nell’eventualità in cui si venga beccati in luoghi pubblici senza mascherina.
Ma non basta, perché la linea del rigore si vorrebbe promuovere anche sul vaccino anti-Covid, e Miozzo lo ha confermato in diretta a “Mezz’ora in più” da Lucia Annunziata.
“L’obbligo vaccinale prevede una norma di legge primaria. E’ un percorso che va fatto attraverso il Parlamento. Se dovesse esserci l’obbligo potrebbe esserci per categorie ad alto rischio come i sanitari. Per gli altri, come un semplice pensionato, vale più il convincimento che l’obbligo“, dice Miozzo. “Personalmente per le vaccinazioni sono per un’idea un po’ più rigida“.
La conduttrice non fa domande sui precetti costituzionali con cui eventualmente questa proposta dovrebbe fare i conti, anzi, aggiunge un suo personalissimo commento: “Io penso che prima o poi lo Stato dovrà decidere di prendere per il collo un po’ di persone e farle vaccinare“.
Niente par condicio, niente contrapposizioni, come vorrebbero i precetti della TV pubblica: “La signora Maria che in quel momento stava guardando la trasmissione ora pensa che io vada preso per il collo”, dice Fabio Duranti in diretta a ‘Un Giorno Speciale’ a un Enrico Michetti evidentemente provato da quanto accaduto.
Ecco il suo intervento ai microfoni di Francesco Vergovich.
“Ricordo che la legge a cui fa riferimento Miozzo non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana, per cui non puoi prendere per il collo nessuno e non puoi dichiarare qualcuno come furbetto soltanto perché ha un’idea diversa dalla tua.
Guardate che quello che ho ascoltato oggi è pesantissimo.
Ecco, quando si parla di come la democrazia viene calpestata, questo è un esempio accademico. E lo è ancor di più perché lo fa una rete pubblica. La rete pubblica dovrebbe informare. Dirci che cosa è il vaccino, quali sono i pro, quali sono i contro facendo in modo che vengano rappresentate tutte le tesi della scienza, e non lasciarsi a liberi commenti ideologici, perché la diffusione dell’informazione pubblica non è la casa di un partito.
Abbiamo criticato il consociativismo, ma ricordate che nella Prima Repubblica, quando veniva declamato il telegiornale, un 10% del Parlamento restava fuori (e questo non andava bene). Però attraverso la lottizzazione, DC, PC e PSI riuscivano a fare un’informazione che in qualche misura dava spazio a gran parte dell’arco costituzionale. C’era un’informazione pubblica che comunque lo rappresentava in gran parte.
Neanche la Pravda, organo di informazione ufficiale nella ex Unione Sovietica… io non ho mai letto da loro espressioni così forti.
Quella persona ha un incarico nella rete pubblica!
Oggi abbiamo un’informazione monocolore. Lì mancava soltanto che si dicesse qual era la pena coercitiva a quale sarebbe dovuto andare incontro il malcapitato “furbetto”. E’ una follia!
Diciamo che è stata una pagina nera della Rai e che magari questa cosa si potrebbe riparare con delle scuse nei confronti di chi la pensa in maniera diversa.
Quello che è stato detto è orribile, io non ho parole per commentare un fatto del genere. Che promani poi dalla rete pubblica è sconcertante. Ma è altrettanto sconcertante questo silenzio assordante del popolo“.