Andavo alle riunioni dei 5 Stelle: sentite cosa dicevano i finti rivoluzionari che ora difendono il Mes

Così afferma Don Abbondio nei Promessi Sposi: “Gli è perché le ho viste io quelle facce, le ho sentite io quelle parole“.
Sono appunto le parole che Don Abbondio pronunzia in riferimento ai Bravi, che egli ha visto di persona, ha osservato nel loro agire, ha sentito le loro parole.
Nel mio piccolo anch’io mi sento in una posizione non diversa da Don Abbondio, in riferimento non ai Bravi del Lago di Como, bensì rispetto al Movimento 5 Stelle in Italia.

Proprio ieri il Movimento 5 Stelle ha approvato pressoché all’unanimità – con pochissime eccezioni – la riforma del Mes, un diabolico dispositivo che, come più volte ho ribadito, non soltanto indebiterà sempre più l’Italia conducendola nell’abisso in cui già è precipitata la sventurata Grecia, ma al tempo stesso produrrà quella che possiamo definire senza perifrasi edulcoranti la perdita definitiva della sovranità politica.
Se dovesse essere approvato il Mes l’Italia perderebbe la sua sovranità politica. Con riforma o senza riforma.
Dovrebbe quindi applicare le riforme volute dagli euroinomani senza cuore delle brume di Bruxelles. Fine della sovranità politica, appunto.

Le conferenze anti-Euro

Ebbene, i 5 Stelle li ho conosciuti di persona.
Ho fatto convegni molteplici insieme a loro: insieme a Morra, insieme a Corrao, insieme a molti altri grillini, i quali erano in prima linea e non si poteva non essere d’accordo con loro contro l’Unione Europea, contro l’Euro, contro la NATO, contro il Partito Democratico che in maniera ingenerosa (va detto) definivano “il Partito di Bibbiano”.

Il 5 Stelle è divenuto appieno ciò contro cui combatteva.

Non soltanto si è alleato con il Partito Democratico “decaffeinando” se stesso e divenendo infine tutto ciò contro cui si opponeva, divenendo la stampella dell’ordine della classe dominante e del nuovo capitalismo globocratico. Perfino il Mes sono riusciti ormai ad accettare!

L’ho detto e lo ridico, vi è un’unica espressione mutuata da Nietzsche che può condensare la parabola metamorfico-Kafkiana del Movimento 5 Stelle: “Come si diventa ciò contro cui si combatteva“.
Il 5 Stelle ha rinnegato essenzialmente tutto del proprio programma politico. Si è rivelato un Partito di gatekeepers, di controllori del cancello, di puri controllori dell’ordine costituito che si fingono rivoluzionari quando in realtà sono alleati con lo status quo che difendono prontamente. E anzi, quanto più fingono di contestare, tanto più segretamente difendono e legittimano.

Un Mes riformato, che è peggiore di quello normale

Ne abbiamo avuto la più tragica prova ieri, con la difesa di un Mes che per quanto riformato sempre Mes resta nel senso poc’anzi precisato.
Anzi, paradossalmente il Mes riformato è ancor più pericoloso del Mes normale, dacché si finge che sia mutato quando in realtà la sua essenza è sempre immancabilmente la medesima.

L’ho detto e lo ridico: il 5 Stelle ha mutato se stesso. Ha tradito il proprio scopo originario e si è ridefinito come partito di difesa dell’ordine dominante, come partito al servigio dell’ordine costituito, del globalcapitalismo sans-frontieres, degli euroinomani di Bruxelles, del capitale senza confini. Ed è un vero peccato se si considera che il 5 Stelle – non si può nascondere – era partito assai bene quando criticava la dicotomia destra-sinistra, l’ordine del padronato cosmopolitico, tutte quelle cose che in questi mesi è passato inesorabilmente a difendere fino a culminare con la difesa del Mes.

Il 5 Stelle ha tradito il popolo italiano. È divenuto ormai in forma conclamata e irrevocabile il custode dell’ordine dominante.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro