Torino da Toro, dunque arrembante, vincente. L’Atalanta si porta appresso le botte subite dal Milan, non ha Gomez e perde dunque idee e imprevedibilità, Ilicic gioca con lo specchio, il suo football lezioso indispone Gasperini e favorisce i granata che trovano sangue e vanno al gol con Izzo e Falque. La squadra bergamasca sta evaporando, come sempre, dopo le premesse e le promesse manca l’appuntamento. Il trionfo di coppa Italia con la Juventus è un episodio, così come la rimonta di campionato con la Roma. Era diversa, quella squadra, rispetto alla prestazione di Torino, vuota, scialba, senza peso con rare eccezioni nelle prove di Mancini e del portiere Berisha.
Il Torino Toro, invece, ha giocato come dovrebbe sempre e come sa, Belotti ha tenuto da solo il fronte di attacco ma è stato il perno intorno al quale ha girato il gioco torinista, ben sorretto da Falque in contropiede e dall’ordine di Baselli. Nel minuto finale, prima gloria per Vincenzo Millico, classe duemila, il sogno futuro del popolo granata. Il ragazzo ha storia strana e bella, stava alla Juventus ed è passato al Toro nel cambio con Kean, un incrocio che profuma di azzurro e ha il gusto tutto italiano. C’è ancora una speranza per il nostro calcio afflitto da mille problemi.
Tony Damascelli