“Io fuori dal MoVimento? Non è tradimento. Tradimento è non mantenere le promesse” ▷ Lozzi (Pres. VII Mun.)

Fuori dal MoVimento, ma sostenuta dai suoi grillini: su Monica Lozzi, Presidente del settimo municipio di Roma, si può opinare, ma guai a chiamarla “dissidente”, anche perché sarebbe piuttosto azzardato nei confronti di una giunta municipale che ha mantenuto pressappoco tutte le promesse fatte in campagna elettorale riducendo allo stesso tempo i costi per non gravare sul sistema.
Sistema Roma che va comunque riformato, perché in troppi si sono riempiti la bocca col decentramento del potere politico, ma negli anni non è poi stato mosso un dito in tal senso, e non verrà mosso nell’immediato presente visto che come dice la Lozzi “Virginia non vuole saperne”.
Ecco la sua intervista ai microfoni di Stefano Molinari e Luigia Luciani.

Il buon Municipio a costo zero

In questo momento c’è un’azione preparatoria. Ci sono già persone in altri municipi che hanno aderito al progetto di Rivoluzione Civica che è la lista civica con la quale ci presentiamo nel 2021 e proprio per conoscere le altre realtà. Anche perché io e la mia squadra proponiamo programmi realizzabili, e per farlo devi conoscere i territori.

Gli altri consiglieri M5S mi sostengono anche perché abbiamo portato a casa il 90% del programma elettorale. Per chi mi accusa di tradimento dico che il tradimento è quando uno non tiene fede alle promesse elettorali ma noi le stiamo portando tutte a termine. E’ proprio per questo che la maggioranza 5 stelle mi sostiene.

I soldi non sono tanti ma bisogna anche saperli usare. Noi come Municipio siamo sempre arrivati a saldo zero. Abbiamo programmato le attività.

Amministrazione Raggi

Non è tanto l’amministrazione in sé. Secondo me c’è stata poca condivisione con i territori. Nessuno ha messo in discussione il metodo di Governo. Loro si sono concentrati sull’emergenza e hanno chiuso i rapporti sui territori. Non siamo mai stati coinvolti nella programmazione delle attività. Una delle prime proposte che vogliamo portare è la riorganizzazione di Roma Capitale, il famoso decentramento amministrativo di cui tutti parlano da anni ma nessuno ha mai fatto.

E’ stato proprio questo il problema: voler esaltare attività che in teoria devono essere dei municipi. Il Governo di Roma Capitale deve interfacciarsi anche con le altre istituzioni. Andare a decentrare significa anche intervenire sull’attività finanziaria. La sindaca non crede che il decentramento sia funzionale, è questo il problema. Non c’è coordinamento.

All’inizio c’era una parte esagerata del Movimento 5 Stelle che ha indotto anche alcuni terrori iniziali. Fermo poi che si sono estraniati abbandonando anche la parte comunale. Virginia Raggi, come reazione, si è chiusa in sè stessa. Difficilmente ascolta l’esterno. Roma non può essere governata da un uomo o da una donna, serve il gruppo costante che si interfaccia con i territori.
Noi dovevamo essere il cambiamento culturale che ora non c’è.

Mi auguro che Virginia riesca ad uscire bene da questa vicenda ma sembra che in qualche modo il Movimento voglia accompagnarla fuori dalla porta“.