Poteva accadere. E’ accaduto. La Juventus fa il pieno a San Siro e il Milan perde la grande occasione di andare in fuga vista la caduta interista a Marassi. Partita imprevista e improbabile, la Juve fa tre gol ma nel tabellino non risulta Cristiano Ronaldo perché il mattatore è Chiesa, due gol e prestazione superba, l’ex fiorentino ha inguaiato proprio la zona Hernandez, quella più temuta dai bianconeri, di contro la squadra di Pirlo ha sofferto in mezzo al campo là dove i tre uomini scelti in avvio, Ramsey, Bentancur e Rabiot hanno giocato una gara oscura ma senza mai offrire un pallone utile alle due punte, Dybala è stato in piedi e ha proposto con una giocata argentina, di tacco, il primo gol a Chiesa, è uscito per stanchezza ma ci sono premesse e promesse di un suo recupero.
Benino Rabiot, un contrasto di Chalanoglu su di lui ha portato al pareggio di Calabria, un dettaglio per il modesto Irrati che ha commesso altri errori da ducetto più che da arbitro. Il Milan ha pensato di poter gestire risultato e avversario ma non ha trovato palloni giusti per l’attacco, Leao isolato, Hauge inesistente e inesperto, mentre Calabria, dopo il gol è scomparso dalla scena e la difesa ha avuto distrazioni dinanzi agli inserimenti dei nuovi arrivati della Juventus, dunque McKennie e Kulusevski che hanno confezionato il tre a uno con una combinazione incredibile.
Il football sfugge al pronostico scontato, in pochissimi davano la Juventus vincente a Milano, soprattutto dopo i risultati dell’Inter e del Napoli ma il campionato è strano, si dice che sia bello, per chi perde non di certo. La vittoria restituisce ossigeno a una squadra, quella bianconera, stordita dalla batosta interna con la Fiorentina. Non si può dire che la squadra sia uscita da una crisi di identità ma ci sono le vitamine per svoltare anche se il distacco dalle prime resta forte. Pirlo dovrà scegliere meglio i centrocampisti, non può rinunciare al solo mediano di marcatura, dunque l’americano e deve pensare a un utilizzo di Chiesa come attaccante, in attesa del recupero di Morata. Il Milan deve soltanto riprendersi i titolari, Ibra su tutti, poi tornerà a essere tale. Dopo venticinque partite può anche accettare la sconfitta.
Tony Damascelli