Italia alle Olimpiadi di Tokyo senza inno e bandiera ▷ Malagò (Coni) lancia l’allarme in diretta a Radio Radio: “Situazione drammatica, il Governo deve agire con urgenza”

L’incognita Olimpiadi. Il Presidente del Coni Giovanni Malagò lancia l’allarme al Governo italiano in diretta a Radio Radio.

L’Italia rischia seriamente, per ormai noti motivi di carattere burocratico, di non presentarsi con la propria bandiera nazionale e il proprio inno alle gare a cinque cerchi. Una situazione paradossale che coinvolge direttamente il Governo del nostro paese, con in primis il Ministero dello Sport.

I messaggi inviati dal Cio, da diversi anni a questa parte, sono caduti nel vuoto per mancanza dei decreti attuativi. Sul tema è intervenuto ai nostri microfoni il Presidente del CONI Giovanni Malagò, in occasione del centenario delle Fiamme Gialle.

Queste le sue parole in diretta sulla partecipazione dell’Italia alle Olimpiadi di Tokyo e il problema dell’inno e della bandiera.


Siamo sicuri – dice Giovanni Malagò – che la Carta Olimpica, in particolare l’articolo 27, dice di fare obbligatoriamente delle cose che noi non stiamo facendo da due anni. Da due anni ci sono corrispondenze sistematiche tra Cio, CONI, Ministero dello Sport e Governo italiano in cui si sollecita di sistemare questa assurda situazione considerando il prestigio e l’importanza del Comitato Olimpico. Inoltre il 24 giugno del 2019 il Cio ha dato fiducia all’Italia assegnandogli la partita delle Olimpiadi 2026 contro Stoccolma.

Io non posso dire quello che succederà. E’ come se uno mi chiedesse: ma se uno infrange il codice penale viene sanzionato? E’ automatico che viene sanzionato. Il Governo italiano, visto che sono scaduti tutti i decreti attuativi precedenti e la Legge delega, deve fare un decreto per sistemare la situazione. Ormai tutti riconoscono che è una cosa assolutamente da fare, ma non c’è l’accordo su come scrivere la soluzione del problema tra le forze di maggioranza. Noi abbiamo una urgenza drammatica

Il 27 gennaio c’è l’esecutivo del Cio… usiamo la metafora del calcio per capire cosa può accadere: puoi essere espulso se fai subito un fallo grave oppure se hai preso un’ammonizione prima. Nel mondo del Comitato olimpico Internazionale, se ti ammoniscono la prima volta e poi la seconda volta, non ti puoi stupire se c’è una sanzione definitiva. Questa è la questione, la situazione perché il 27 gennaio è la data limite è perché è l’ultimo comitato esecutivo che farà il Cio prima delle elezioni del Cio stesso in cui si rinnovano le cariche. Noi poi dal 27 gennaio finiamo direttamente a marzo e le Olimpiadi cominciano il 23 luglio. L’esecutivo del Cio ha già detto al Governo italiano e al Presidente Conte che deve risolvere questo problema oggi…”.