Il Milan non si scompone. L’ombra dell’Inter non ha messo affanni e ansie nel gruppo di Pioli che si riporta a +3 sui nerazzurri, il tredicesimo rigore ha permesso a Ibrahimovic di ripresentarsi e di dare immediata solidità alla squadra. Il Cagliari ha capito dopo sei minuti di dover andare in salita contro un avversario sempre più maturo, soprattutto in mezzo al campo là dove Kessie è una garanzia assoluta mentre Tonali alterna lucidità a momenti di confusione.
Se Ibra è Ibra così non è più Hauge un po’ leggero nei contrasti e non reattivo a leggere i movimenti in attacco. Da segnalare l’espulsione di Saelemakers che salterà la partita contro l’Atalanta così come Kjaer, lesionato a un muscolo, Romagnoli, già diffidato e ammonito dal mediocre Abisso il quale si è dimenticato di fischiare un rigore a favore del Cagliari analogo a quello assegnato al Milan ma anche questo è un segnale di come vanno e andranno le cose in questo campionato.
Oggi si usa dire e scrivere così, un tempo c’era il grande vecchio e tutta la sua orchestra, chi vuole crederci si accomodi. Ancora superba la prestazione di Calabria a supporto e il suo lancio a Ibrahimovic per il secondo gol è roba da cineteca.
La realtà tecnica, tattica e caratteriale dello svedese spiega il crescendo rossonero, la costanza di rendimento di Zlatan Ibrahimovic che ha superato il Covid con la sua energia quasi esclusiva, sono le chiavi per comprendere il primato del Milan che gioca un football semplice ma di grandissima resa come si deve a chi cerca di ripristinare un passato remoto con un futuro fatto di giovani con l’aggiunta del fenomeno di Svezia. Il merito è anche di Stefano Pioli che mai si è lamentato e prosegue nel suo cammino a mezze luci. Il merito va anche al club che si è sistemato e sta operando con intelligenza sul mercato. L’arrivo di Mandzukic aggiungerà temperamento e personalità alla squadra.
La coppia croato-svedese è roba da film horror per qualunque difesa.
Tony Damascelli