Continua in Italia la campagna di vaccinazione intrapresa lo scorso 27 dicembre. Nella classifica degli stati che hanno vaccinato il maggior numero di persone, il nostro paese si colloca al primo posto, seguito da Germania, Spagna, Polonia e Francia.
La tecnica utilizzata per questo vaccino, il cosiddetto vaccino a RNA, è considerata il futuro della medicina, tuttavia, sono in molti a sostenere che sia ancora troppo presto per avere la certezza che questi primi vaccini messi in circolazione non possano avere effetti collaterali gravi.
Tra gli esperti che hanno sollevato a più riprese la questione c’è la Dott.ssa Maria Rita Gismondo, Direttore Responsabile di Microbiologia Clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano, che sostiene da tempo che i trial clinici forniti da Pfizer e dalle altre case produttrici del vaccino sono da considerarsi insufficienti perché questo farmaco possa essere utilizzato a livello globale.
Lo ha ribadito in questa intervista di Fabio Duranti e Francesco Vergovich, sottolineando come, nonostante la situazione di emergenza renda comprensibile il desiderio di accelerare i tempi, per la sicurezza della popolazione non si possa accettare che la scienza faccia dei “salti”.
“Io ho avanzato delle incertezze su questi vaccini, i primi ad essere proposti, perché molti non scienziati parlavano dell’efficacia di questi vaccini soltanto basandosi sulle conferenze stampa che facevano gli stessi dirigenti delle case produttrici. Questo secondo me non è lecito.
La scienza si basa sui trial clinici. A oggi sia Pfizer che gli altri produttori hanno pubblicato dei lavori molto relativi. Non sono trial sufficienti per un vaccino da usare a livello globale.
Il mio dubbio è questo: è vero che c’è un’emergenza, ma è anche vero che la scienza non può fare salti. Proprio per la sicurezza della popolazione.
Perché non utilizzare prima i vaccini tradizionali e continuare a sperimentare la terapia genica e questi vaccini con l’RNA per utilizzarli un domani con larga scala?
Dico queste cose riferendomi a dei documenti. C’è un documento pubblicato nel 2010 dalla FDA e uno pubblicato a novembre del 2020 che dicono che la terapia genica, quindi anche i vaccini, saranno il futuro, ma per essere sicuri degli effetti collaterali, visto che si parla di acidi nucleici, dovremo aspettare 10-20 anni.
Il comitato della bioetica che fa parte della presidenza del consiglio dei ministri si è riunito il 27 novembre e nelle raccomandazioni ha detto: raccomandiamo che la scienza non venga accelerata.
Chi afferma di non aver bisogno di queste sperimentazioni lo fa da giornalista, da opinionista, da tifoso. Nessuno può fare scienza creativa. La scienza creativa non esiste”.