Proviamo a fare chiarezza insieme su quanto accaduto in Senato.
Cominciamo col dire che Renzi non vuole assolutamente che questo Governo vada a casa: Renzi vuole condizionare questo Governo secondo i diktat che gli arrivano dall’esterno, perché è quello che mesi fa gli hanno imposto di fare.
Votare no alla fiducia avrebbe significato quindi mandare il Governo e se stesso a casa, ma Renzi sa ancora che non è arrivato il momento per farlo.
Lo farà, ma non ancora.
Votare sì alla fiducia avrebbe significato perdere spazio di manovra e credibilità. Astenersi invece vuol dire condizionare il Governo su ogni futura decisione: ovviamente qualora questa strategia non gli dovesse riuscire perché non ottiene quello che i suoi burattinai gli chiedono di ottenere (primo tra tutti il MES) allora potrebbe optare per far crollare tutto.
Cerchiamo di capirci, che vinca la strategia di Renzi o che vinca la resistenza di Conte, fin quando non si andrà a votare perderanno sempre gli italiani.
In questo momento restiamo infatti nell’ambito di uno scontro tra il male e il male. Quello a cui stiamo assistendo è un regolamento di conti tra poteri forti che appartengono alla stessa “cricca”; quelli che potremmo definire filo-Bilderberghini o filo-Deep State americano, tipo Matteo Renzi, e quelli filocinesi con il Vaticano alle spalle, tipo Conte.
Appena avranno ristabilito gli equilibri interni si comporteranno come se nulla fosse successo.
Mattarella sa bene che si tratta di un regolamento di conti tra poteri forti, quindi un regolamento interno, e resta neutrale.
La vittoria del bene invece contemplerebbe la possibilità di andare al voto, ma al momento questa non è un’ipotesi. E gli italiani non sono in grado di pretenderla.
La Matrix Europea, la verità dietro i giochi di potere – Con Francesco Amodeo