Lo scivolone della signora Moratti su PIL e vaccini: in questi casi posso solo alzare le braccia e arrendermi

Siamo qui a interrogarci su che base dare i vaccini – distribuire le somministrazioni alla popolazione – e finalmente arriva la signora Moratti a dirci che la cose migliore sarebbe distribuire i vaccini per reddito sostanzialmente. Le regioni che hanno un PIL maggiore dovrebbero avere prima i vaccini. Perché no? Sono loro che producono. Ci ricorda molto da vicino quanto ha asserito il Governatore della Liguria Toti dicendo che, sostanzialmente, alla fine per questa pandemia muoiono coloro che sono non abbienti. Cioè coloro che non producono più reddito, e dunque perché doversi preoccupare tanto per queste persone anziane.

È la stessa filosofia che sta dietro al ragionamento della Moratti. Diamo il vaccino alle regioni, e magari pure ai cittadini perché no, che producono maggior reddito. Sono quelli i più importanti su cui dobbiamo basare il futuro. Perché darlo a tutti quanti indiscriminatamente, in base all’età o in base alle condizioni di salute. Come mai non ci avevamo pensato? Il censo è la risposta. È la risposta che da sempre danno coloro che il potere e i mezzi di produzione detengono. Non si riesce a pensare a una elucubrazione più scombiccherata di questa.

Se noi riusciamo a proteggere con il vaccino gli ultra ottantenni, avremo senz’altro molti meno morti nel prossimo futuro. Sarebbe la prima cosa da fare, ed è la prima cosa prevista effettivamente. No, invece secondo la signora Moratti noi dovremmo pensare a proteggere per primo chi produce di più e chi sostanzialmente ha più mezzi. Ma allora mettiamolo direttamente sul mercato il vaccino, e se lo accaparri soltanto chi ha possibilità di poterlo pagare e gli altri ne facciano pure tranquillamente a meno. In fondo, a che cosa servono?

Di fronte a questi ragionamenti non possiamo far altro che alzare le braccia e arrenderci. Non c’è una desolazione peggiore di un pensiero come questa. Francamente non aiuta molto a uscire fuori dalla pandemia e nemmeno a ritrovarsi in condizioni migliori noi, umanamente, dopo. Come primo esordio non c’è male per la signora che sostituisce l’assessore Gallera, già protagonista di vari infortuni verbali oltre che del disastro incommensurabile e irripetibile della Regione Lombardia di fronte al Covid. In tutto questo il Governatore Fontana pensa che aver assegnato la zona rossa alla Lombardia sia una punizione troppo severa per i cittadini lombardi che tanti sforzi hanno fatto.

Siamo sicuri degli sforzi, ma questo c’entra molto poco con le risultanze che servono a determinare il colore delle regioni. Certo che arrivano in ritardo quei dati. Sono i soliti 15 giorni di ritardo che si hanno quando guardiamo le cose dei virus. Non ce ne sono altri. Perché non si rassegnano ai dati scientifici? Perché non si rassegnano invece a che cosa è più significativo in quanto a vaccini? Noi non riusciamo proprio a capirlo, oppure lo capiamo molto bene.

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi