Il vero capolavoro allo stadio Vigorito di Benevento, ieri, è stato quello di Filippo “Pippo” Inzaghi e del suo staff: Nicolàs Viola dopo circa un anno fuori dal campo, capitano e dal primo minuto!
Nell’ambiente del calcio non è usuale assistere ad azioni etiche, per cui, veder uscire per primo, dal tunnel, Nicolàs Viola, testa alta, petto in fuori, gagliardetto in mano, e fascia di capitano circondante il suo braccio sinistro, mi ha emozionato profondamente. In questo ‘gesto’ apparentemente insignificante per alcuni umanicinicialgidi, si racchiude tutta la grandezza animica di Oreste, di Pippo e Pasquale. Il loro sentire ‘riconoscenza’ verso il valore dei calciatori che tanto hanno donato alla Strega è, senza esagerazione, commovente. Attraverso questa dinamica empatica, che tanto bene fa al ‘gioco più bello del mondo’, possiamo intuire quale sia la filosofia ‘aziendale’ del Benevento Calcio.
Pippo si è fidato di Nicolàs e questi non ha tradito le sue aspettative. Anzi, ha fatto di più di quanto chi ama il calcio dei calciatori di talento avrebbe potuto aspettarsi.
Rientrare dopo un anno di inattività, avendo attraversato un vero calvario, non è impresa facile. Ma Nicolàs Viola, con la dignità e discrezione che hanno sempre forgiato la sua personalità affascinante e ben definita, ce l’ha fatta. I tifosi hanno ritrovato subito il sapore cui Nicolàs li aveva abituati la stagione precedente, con lanci lunghi e smarcanti e brevi e illuminanti.
La partita con il Torino non è stata facile. Ma il Benevento che ha precedentemente dimostrato di non temere neanche le squadre più blasonate di questo campionato, mette in luce subito quali siano le proprie intenzioni.
Al 9’ Glik, ex di turno, su calcio d’angolo, manda il pallone dentro la porta difesa da Sirigu, ma nella concitazione dell’azione, tocca il pallone con la mano e l’arbitro Giacomelli, dopo l’intervento del VAR e visualizzazione personale, muta la sua precedente decisione, annullando giustamente il gol.
Al 26’ l’attaccante granata Zaza, sfruttando un errore di Barba, fa vedere subito quali intenzioni abbia, ma Montipo’ risolve il problema.
Al 30’ Viola con un tocco delicato e geniale, a parabola oltre la testa dei difensori granata, mette in condizione Lapadula di andare in rete, ma il nazionale peruviano è atterrato dall’uscita del portiere Sirigu. Giacomelli indica il dischetto senza esitazione: rigore per il Benevento.
Nicolàs Viola dice qualcosa a Lapadula (gli aveva chiesto di poterlo tirare lui) si prende il pallone, lo adagia lentamente sulla calce del dischetto e immobile e concentrato attende il fischio dell’arbitro.
Gli undici metri che separano la linea di porta dal dischetto di rigore, spesso diventano chilometri e la porta di sette metri e trentadue centimetri, diventa piccola come una porta di casa di un metro e cinquanta. Nicolàs Viola, nonostante ciò, e pur essendo a pochi minuti dal suo rientro, si assume la responsabilità di tirarlo! Davanti ai televisori i tifosi sono col cuore in gola. L’attesa dell’esecuzione sembra interminabile. Finalmente si sente un fischietto nello stadio senza pubblico. Nicolàs sembra non averlo sentito ma lo ha sentito, eccome! Qualche frazione di secondo ancora, poi piccola rincorsa, finta delicata e Sirigu si getta alla sua destra, mentre il pallone accarezzato dal 10 de ‘La Strega’ si deposita quasi irridente alla sua sinistra. E’ finito tutto! In una frazione di secondo, un anno di sofferenze e dubbi spesso dolorosi, sono stati cancellati!
La partita riprende e si fa più maschia. Inizia a comparire sulla mano alzata dell’arbitro il cartellino giallo; prima per Linetty poi per Zaza.
Al 49’ Lapadula finalmente riesce a segnare pur se grazie a una piccola deviazione di un difensore granata.
Al 51’, appena due minuti dopo, il Torino accorcia le distanze con Zaza, lasciato fin dall’inizio della partita libero di fare ciò che desiderava fare.
Al 58’ Montipo’ si mette in luce su Belotti, che dopo aver superato come birilli tre avversari, invece che piazzare la palla (in quanto era solo davanti al portiere) calcia di potenza. Il ragazzo di Novara mette in calcio d’angolo, facendosi perdonare la leggera indecisione sul gol.
Al 65’ l’arbitro, dopo aver consultato il VAR e la VAR, annulla un gol di Zaza perché Belotti toccando la palla con la mano gli aveva permesso di calciare in rete.
Al 67’ e 68’ entrano nel Torino Baselli per Linetty e nel Benevento, Caldirola per Tello. Poi al 74’ e 76 Verdi per Lukic e Di Serio per Caprari.
All’83’ un tiro bello e sfortunato di Hetemaj finisce a pochi centimetri sulla traversa.
Dall’84’ entra Gojak per Rodriguez nei granata; Falque per l’esausto Lapadula e Dabo per Ionita, nei giallorossi.
Quando il Benevento riteneva di star raggiungendo una vittoria meritata, il Torino spegne il suo entusiasmo con un gol dell’onnipresente Zaza, che stavolta non dà a Montipo’ la possibilità di far ancora bella figura, e con un sinistro strisciante, lo costringe a prendere la palla in fondo alla rete.
La partita finisce in un giusto pareggio, con la gioia dell’allenatore granata Nicola e l’amarezza, pur se contenuta, del Benevento. Nel Torino, il migliore è Zaza, e non solo per la doppietta, ma per il suo non arrendersi mai; ma anche Ansaldi e Rincòn hanno lottato su ogni pallone. Per il Benevento, in luce il rientrante Viola, e l’italoperuviano Lapadula. Inoltre è giusto sottolineare le prestazioni di Hetemaj e Improta, che in ogni partita, lasciano l’anima nel campo. Sono certo che il Benevento, quando potrà giocare con tutti i giocatori titolari, darà filo da torcere a tutte le squadre di serie A.
Mimmo Politanò