I piani di Draghi sono quelli del G30: vi spiego cosa c’è dietro e quali sono i loro obiettivi

Nel rapporto del G30 vengono dettate le linee guida ai governi con le intenzioni di plasmare le loro politiche e la gestione economica della crisi post pandemia.

È assurdo che siano 30 banchieri a dire ai governi cosa fare.

Non dobbiamo meravigliarci che quel rapporto contenga tutte indicazioni mirate a salvaguardare potentati bancari e finanziari mettendoli al riparo dalle insolvenze di cittadini e aziende che da vittime passano ad essere descritti come i responsabili della crisi.

La cosa che trovo più assurda è che chi ha redatto quel rapporto è lo stesso Mario Draghi che oggi si trova a capo di uno di quei governi chiamati ad implementare quelle linee guida.

Il programma di Draghi per ovvie ragioni coinciderà in parte con il programma del Gruppo dei Trenta.

Ma cos’è il G30? Può avere i medesimi interessi dei popoli? Assolutamente no.

Il Gruppo dei Trenta è formato quasi esclusivamente da uomini che hanno lavorato con la mano destra nella speculazione finanziaria e con la sinistra nella regolamentazione statale della stessa, generando in questo modo il più assurdo e pericoloso conflitto di interessi nell’ambito finanziario e bancario.

Vi rendete conto di quello che noi accettiamo?

Non ci meravigliamo se quel rapporto dice che i prestiti e gli aiuti non possono essere per tutti, ma bisogna aiutare solo le aziende che loro ritengono essere strategiche per il post pandemia. Molte aziende loro le definiscono ‘aziende zombi‘, perché hanno già deciso che sono destinate a morire. Però non lo dicono che quelle aziende sono state rese zombi da politiche del governo, perché le hanno chiuse per mesi i perché le hanno costrette ad aprire con regole assurde. È questo il concetto di ‘distruzione creativa‘ di cui parlano nel report.

E noi accettiamo anche questo. Sulla nostra pelle. Sulla pelle delle nostre aziende.

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