Se un anno fa l’Italia assisteva alle prime zone rosse, ristrette a quei pochi comuni tra Lombardia e Veneto, oggi la tensione è crescente in tutto il Paese. A differenza del primo lockdown tra marzo e aprile 2020, questa volta a preoccupare sono le varianti del virus, delle quali sentiamo parlare più o meno dalla fine dello scorso anno.
In principio è stata quella inglese a destare stupore nel bel mezzo delle vacanze natalizie. Poi sono arrivate anche quella brasiliana, sudafricana, scozzese e così via. Mutazioni su mutazioni che fanno riflettere sull’efficacia utilizzati fino ad ora per combattere l’emergenza.
I test sono validi al 100% anche per tutte le varianti sul campo? E i vaccini immunizzeranno anche al cospetto di nuove modifiche interne alla struttura del covid 19? Ne ha parlato in diretta il professor Massimo Ciccozzi, dell’Università Campus Biomedico di Roma, ospite di Luigia Luciani e Stefano Molinari.
Ecco l’intervista al Prof. Ciccozzi a “Lavori in Corso”.
“La variante è una mutazione che il virus fa perché lo favorisce. In cosa lo favorisce? Nell’infettarci. Quindi quando c’è una variante è un po’ più contagiosa di quella che lo precede. Noi stiamo vivendo con la variante inglese da metà gennaio, che ha sostituito quella originaria del ceppo di Wuhan. Quindi già ce l’avevamo, poi non le abbiamo cercate. Adesso per qualche motivo le stiamo cercando e le troviamo.
Noi siamo nella situazione in cui siamo sempre stati. Abbiamo questa altalena di casi che aumentano e diminuiscono a secondo del numero dei tamponi e così via. Io sono molto per le operazioni chirurgiche iniziali, nel senso che se abbiamo dei focolai, li circoscriviamo e li risolviamo è un bene. Certo se continuiamo con il virus che circola in questo modo daremo uno stretta di vite”.