Le offese rivolte dal professore Giovanni Gozzini all’Onorevole Giorgia Meloni da giorni sono al centro delle cronache e dei commenti. Quelle parole orrende e violente pronunciate nei confronti di una donna hanno giustamente scaldato gli animi di coloro che gridano al sessismo e che da tempo portano avanti la loro battaglia contro il linguaggio volgare e quello che viene chiamato “hate speech”.
Tuttavia, nel corso dello stesso intervento ai microfoni di Controradio il docente dell’Università di Siena, ora sospeso e senza stipendio, ha aggiunto un altro concetto che non ha ricevuto la stessa indignazione. Gozzini ha infatti affermato che la leader di Fratelli d’Italia “non può parlare da pari a pari con Draghi” per quella che considera un’inferiorità culturale. Proprio qui si nascondere il vero razzismo e si manifestano le offese più gravi: così la pensano Fabio Duranti e il Prof. Enrico Michetti, che insieme a Francesco Vergovich ne hanno parlato a “Un giorno speciale”.
Duranti: “Questo è il vero razzismo”
“Io sono rimasto molto colpito da questa vicenda dell’Onorevole Meloni. Non tanto perché un cretino qualsiasi l’ha insultata, ma perché il tenore degli insulti, il motivo degli insulti e la non reazione della politica (a parte Sgarbi e il Prof. Malvezzi) nessuno della politica ha carpito il motivo gravissimo di quell’insulto. Hanno criticato senza aver capito che quello non era un insulto sessista. Era un insulto classista, razzista, gravissimo! Mi fa orrore pensare che un uomo possa dire quelle cosa a una donna. A me fa schifo, mi fa proprio schifo, lo devo dire. Ma questa è un’altra cosa però.
La frase razzista mi ha colpito. Ha detto che una persona, che pur essendo state elette dal popolo e riconfermate dal mandato popolare, che stanno crescendo nel consenso popolare, non può parlare con Draghi perché tu non leggi i libri. ‘Non puoi parlare da pari a pari’ ha detto. E nessuno in Parlamento, tranne Sgarbi, ha stigmatizzato questa che è la cosa più grave. Tutti a parlare di sessismo”.
Michetti: “L’invettiva è rivolta al popolo”
“C’è una dose importante di ignoranza. Ma un’ignoranza proprio latente. Ma se noi pensiamo che alla soglia di Cristo, il primo Papa era un pescatore. Quello che ha le chiavi di accesso al Paradiso. Questi non conoscono la parola dignità. Ogni cittadino ha una dignità. E se ti dà fastidio quello che pensa e che dice quel cittadino, e tu lo vuoi oscurare, purtroppo il politicamente corretto utilizza la violenza dell’etichetta. Cioè vuole uccidere quella persona affibbiandogli quell’etichetta. Ma soltanto perché la pensa in maniera diversa. Questa è la violenza alla quale dobbiamo correre al riparo.
La legittimazione popolare è quella che consente al politico di parlare in nome del popolo. Per cui questo sgarbo è un’offesa volgare che è rivolta al popolo, perché Giorgia Meloni è soltanto il rappresentante del popolo. L’invettiva è rivolta al popolo”.