Ricordate il 2018? I 5 Stelle si presentavano alle elezioni Politiche come forza anti-sistema e diventavano il primo partito italiano. La Lega compieva il suo exploit sulla cresta dell’onda sovranista e antieuropeista. Tutte le forze di sinistra avversavano le le loro tesi e giuravano l’impossibilità di formare una maggioranza insieme.
Oggi assistiamo alla completa trasformazione della situazione che si presentava tre anni fa il giorno prima di andare alle urne. Una legislatura iniziata con un Governo dichiaratamente populista e presieduta dall’autoproclamatosi “avvocato del popolo”, adesso sta andando avanti con Mario Draghi a Palazzo Chigi e il sostegno di quasi tutto l’arco parlamentare.
Ma è ancora legittimo un Parlamento così rimodellato rispetto al mandato popolare? E la Costituzione consente tutto ciò? Sono queste le domande alle quali hanno cercato di fornire una spiegazione il professor Enrico Michetti e il filosofo Diego Fusaro, ospiti di Fabio Duranti e Francesco Vergovich.
Michetti: “Una revisione Costituzionale sarebbe necessaria”
“Oggi purtroppo siamo dinanzi a un tradimento completo di quello che è il mandato ricevuto, in ragione del programma declamato. Nel momento in cui il candidato dice delle cose e poi ne fa tutt’altre è chiaro che lì si crea un cortocircuito tra rappresentante e rappresentato. Quando si crea un cortocircuito di questo tipo è chiaro che c’è un tradimento. La parola più emblematica che si può utilizzare e quella del tradimento.
Ci sarebbe la necessità di una revisione costituzionale. La revisione costituzionale potrebbe muoversi su diversi punti, quello dell’introduzione dell’istituto della revoca. Il secondo è quello di un Governo che dovrebbe essere composto da soggetti che sono stati eletti. Il terzo è che il Presidente del Consiglio potrebbe essere votato direttamente dal popolo. Il quarto è che vi sia una possibilità di verifica da parte del popolo della corretta esecuzione del mandato ricevuto dal popolo stesso.
Fusaro: “È spaventosa l’odierna avversione per la democrazia”
“Il tradimento è palese, conclamato, infatti larga parte degli stessi che appartenevano al Movimento 5 Stelle hanno compiuto un esodo evidentemente non tollerando l’infamia del tradimento. Tuttavia questo tradimento rivela una cosa che ora è divenuta inconfutabile. Ossia il fatto che, se ai tempi dei totalitarismi rossi e neri esisteva un unico partito perché gli altri erano fuorilegge, oggi invece nell’epoca del finto pluralismo esistono partiti molteplici che sono manifestazioni plurali del medesimo messaggio. Oggi si può chiamare Mario Draghi.
Oggi c’è una tale avversione, anche a livello di retorica pubblica, contro il principio della democrazia che è spaventosa. Fanno passare l’idea che siano più efficaci le task force, i tecnici e che in qualche modo le masse nazionali popolari siano inadatte ad esprimere un giudizio. Gli italiani nel 2018 votarono con grande attenzione i 5 Stelle e la Lega, che avevano puntato tutto sul principio di sovranità nazionale. E adesso gli italiani si trovano ad avere un Governo con Mario Draghi, appoggiato dalla Lega e dai 5 Stelle. Parlare di tradimento è lapalissiano. Ci promettevate nel 2018 il recupero della sovranità nazionale con tanto di esodo dall’euro e dall’Europa, e adesso costituite un Governo con Mario Draghi”.