Su ristoranti e bar cerchiamo di ragionare sui dati, non sulle prese di posizione

Inizia una nuova settimana e dobbiamo, con l’inizio di marzo, occuparci ancora di pandemia. Ci sono diverse cose sul tappeto e vanno affrontate tutte col metodo scientifico. Perché la pandemia è un fenomeno fisico e, dunque, con il metodo scientifico va affrontata. Non può essere affrontato invece con il metodo empirico dell’aneddoto, che sembra aver imperato soprattutto tra i nostri governanti. Governanti che vorrebbero cambiare i tecnici perché cambino poi le decisioni.

Ma il fenomeno fisico resta quello, e il parere dei tecnici pure è quello. Possiamo magari riscontrare differenze di grado, non di genere. Ci sono diverse questioni: per esempio se sia meglio una dose oppure due di vaccino, su questo torneremo un altro giorno. Quella che mi preme sottolineare, oggi, è che da tutte le parti politiche viene additata per riaprire i ristoranti anche di sera. Come se non bastasse l’impennata che i contagi stanno per prendere, come se non bastassero le previsioni del nostro più grande ente di ricerca (il Consiglio Nazionale delle Ricerche) che sta prevedendo che si tornerà a valori alti a breve, se non si fanno chiusure.

Qualcuno dice: ‘Ma i ristoranti se stanno aperti a pranzo, perché non possono stare aperti anche a cena? Il virus non circola di sera?‘. Questa è veramente grossa.
La realtà è, lo sanno tutti, che i ristoranti dovrebbero stare chiusi anche di giorno. Perché, come recentemente riassunto da Nature, sono i ristoranti, i bar e le palestre i posti in cui il virus si trasmette di più, in cui cioè ci sono infezioni addizionali superiori ad altri esercizi. Dunque c’è una ragione precisa per cui si fa questo, infatti lo si fa in tutto il mondo, non solo da noi.

Anzi, nelle altre parti del mondo sono chiusi pure a pranzo. A Parigi, a Londra, in altri paesi dove si è applicato un lockdown più duro che forse da noi. Li si lascia aperti a pranzo per dare respiro a quelle categorie, non perché invece sia corretto. Poi la differenza con la sera è notevole.
Naturalmente la sera ci sono molte più persone in giro per andare nei ristoranti e soprattutto nei bar, mentre di giorno, visto che c’è anche lo smartworking, sono molte di meno. Di sera c’è molta più probabilità di assembramenti, al di fuori di questi locali o vicino ai bar e agli altri luoghi. Non è difficile comprendere che è un contentino quello di lasciarli aperti di giorno. Per fortuna è un inverno mite, si può stare fuori e molta gente sceglie di andare a pranzo fuori.

Questo dipende dal fatto che riesci ad avere meno persone e a pranzo si può, anche d’inverno, stare fuori. All’interno ritorniamo nelle situazioni per cui ristoranti e bar sono i posti peggiori per le infezioni. Dunque, cerchiamo di ragionare sui dati e non invece sulle prese di posizione.

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi