E’ stata l’ennesima sfida piena di adrenalina e di episodi al limite. E’ stata la sfida che ha portato la Juventus a più sedici sulla seconda in classifica, marcando un’enormità sulla concorrenza. E’ stata la sfida tra Allegri e Ancelotti, è stata la sfida forse più sofferta di Ronaldo, è stata la sfida forse più amara di Insigne, che ha sbagliato il rigore che avrebbe potuto dare il pareggio. E’ stata insomma una sfida piena di cose appariscenti. Ma preferisco dire e pensare che sia stata la sfida in cui ancora una volta va apprezzata la grande disponibilità, l’umiltà di un campione come Dybala, che è entrato in campo a sei minuti dalla fine e si è messo lì a tener palla, a prendere falli, a strattonare un avversario, a lottare come fosse il primo minuto della sua partita da titolare.
Quanti avrebbero risposto allo stesso modo, dimostrando una grande professionalità e una voglia di essere comunque protagonista? Bisognerà ricordarsene quando si tornerà a parlare, a discutere, di questo grande giocatore che ha imparato ad accettare anche l’aspetto meno luminoso di un ruolo che per qualità non gli appartiene. Insomma, complimenti a Dybala. Un campione al servizio della causa juventina, se serve, anche per pochi minuti.
Alessandro Vocalelli