“I russi di Sputnik V ci hanno offerto di produrre il vaccino nel Lazio: questa è la scienza libera da geopolitica e industrie” ▷ Vaia (Spallanzani)

Lo Spallanzani di Roma incontra il Gamaleya di Mosca. E’ avvenuto oggi, in uno scambio di dati e esperienze scientifiche volto a rafforzare entrambi i Paesi nella battaglia contro il covid-19. I due Istituti firmeranno infatti un protocollo d’intesa scientifico per una collaborazione stabile.

Un appuntamento che ha prodotto anche un risultato importante sul versante della campagna vaccinale: il Dipartimento dello sviluppo dei progetti sanitari del Fondo russo di investimenti diretti (RDIF), produttore del vaccino Sputnik V, ha dato la disponibilità sia all’opzione delle dosi, che a facilitare il dialogo per sviluppare la produzione del vaccino in Italia.

Un passo in avanti che il professor Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani di Roma, ha commentato con “soddisfazione” in diretta ai microfoni di Luigia Luciani e Stefano Molinari.

Questa l’intervista al Prof. Vaia a “Lavori in corso”.

“Sono soddisfatto dalla giornata di oggi. Due prestigiosissimi istituti europei come lo Spallanzani e il Gamaleya di Mosca che produce lo Sputnik V, si sono incontrati oggi e abbiamo messo sul tavolo la possibilità di scambiare dati, esperienze, anche materiale biologico che è molto importante. Materiale biologico significa varianti, sequenziamenti per vedere in che modo è possibile adeguare sia gli anticorpi monoclonali che i vaccini alle varianti. Questa è una cosa molto importante.

E poi, siccome era presente anche il fondo russo che governa il vaccino Sputnik V, ci è stata offerta la possibilità di poter produrre nel Lazio il vaccino. Questo è molto importante. Questa è una mia battaglia e ne sono soddisfatto. Siamo sulla strada giusta, è una giornata che si conclude con grande soddisfazione.

Quello che è successo oggi non è la celebrazione di un evento. E’ il mettere al centro le cose come bisogna farle. Cioè le persone devono mettersi al lavoro scambiando opinioni, esperienze, lavori. Perché la scienza libera da questioni politiche, industriali, geopolitiche possa far progredire percorsi di cura e di prevenzione. Questa è una comunicazione corretta che bisogna dare l’opinione pubblica”.