“Ci stanno riducendo a un colabrodo grazie agli imbecilli che rinunciano a una passeggiata in centro” ▷ Lo sfogo di Maurizio Scandurra

Nuove strette per fronteggiare la diffusione del virus. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha annunciato il nuovo decreto che, tra tutte le misure restrittive già in atto per limitare la diffusione del Covid -19, comprende anche restrizioni più massive, come ad esempio quella di istituire zone rosse nei Comuni durante i weekend. Nel frattempo, il piano vaccinale anti-covid, nonostante le controversie con il vaccino AstraZeneca, sembra procedere, ma siamo ancora lontani dalla famosa immunità di gregge, e ciò che sta accadendo con i lotti sospetti fa infittire la diffidenza generale.

Ma la speranza nella soluzione vaccinale, controversie a parte, sembra affievolirsi in questi giorni: accade in Francia, dove la maggior parte dei medici rifiutano l’inoculazione, e di certo non aiutano neppure certi virgolettati: “La vaccinazione di massa non ci garantirà la normalità”. Lo ha detto il consulente del ministro della Salute Walter Ricciardi. Un ulteriore monito per chi, come i lavoratori autonomi, può sperare solo in un ritorno alla normalità per tornare respirare, a meno che non ci sia un drastico – e improbabile – cambiamento della filosofia del Governo sulle chiusure.

L’ultima via sembra però utopistica, mentre monta la crisi e le numerose divisioni che animano gli italiani: “Mors tua, vita mea“. E nel frattempo si è alla mercé di restrizioni di cui non si sa quando conosceremo la fine. Questo è ciò su cui si interroga uno scatenato Maurizio Scandurra: sentite cosa ha detto il giornalista cattolico in diretta con Francesco Vergovich.

“Il problema è uno: dobbiamo capire quanto questa pandemia sia utile e strumentale a qualcuno e quanto sia la risoluzione di un problema psico-sanitario (più psicologico che sanitario). Certo è che gli italiani fanno della corsa al tampone una sorta di tiro a segno, e finché continueranno ad alimentare questa strategia del controllo, difficilmente sarà possibile venir fuori da questa pantomima, più che pandemia, che in realtà non riesce a far comprendere come mai in moltissimi paesi non si parli più di virus o se ne parli in termini di immunità di gregge acquisita.

Il sistema non è tanto soltanto quello delle chiusure ma anche di un sistema politico che evidentemente risponde a logiche masso-finanziarie internazionali, che risponde sicuramente a delle dinamiche che di certo non attuano il rispetto del popolo sovrano e che vogliono portare a un altro risultato: una pandemia di crisi economica più che sanitaria, una totale abnegazione nelle persone che mi chiedo perché non scendano in piazza.

Di certo chi ha fallito dovrebbe andare a casa, Arcuri fortunatamente è stato defenestrato, con lui molti altri ma non capisco perché abbiamo ancora Lamorgese, Di Maio, Franceschini e questi signori che appartengono al Governo della sconfitta e che sono stati gli artefici di un disastro totale ma che continuano ad occupare gli stessi posti. Questo è un problema davvero.

Il dramma è quello delle partite Iva. Noi viviamo in uno Stato guidato da gente che non ha capito la più grande verità: non si può parlare di reddito e bonus quando non si parla di lavoro e occupazione. Partite Iva, commercianti, titolari di piccole e medie imprese, artigianato ed edilizia, vengono dimenticati ignobilmente da uno Stato che preferisce mortificare l’autonomia delle persone. Tutta la cultura, tutto quello che riguarda il mondo della ristorazione e del turismo (che rappresenta una delle maggiori fonti di gettito) è stato azzerato, quindi lo Stato è anche uno Stato imbecille, perché si dà la zappa sui piedi da solo. Io mi auguro che gli italiani scendano in piazza.
Ma la colpa è anche degli italiani imbecilli, dei giovani falliti che hanno rinunciato a una passeggiata in centro in nome di un clic dove per risparmiare 20 euro perdono i rapporti umani. Ma non è così bello fare la spesa sotto casa, sorridere a un commerciante, scambiare due parole, stringersi la mano, parlare di vita, commuoversi per una nascita, commuoversi per qualcuno che passa a miglior vita… è una sconfitta totale quella del mondo virtuale che ha preso posto nelle menti degli italiani.

Per il futuro lavorativo ce la faranno gli amici dagli occhi a mandorla, che stanno andando a comprarsi progressivamente tutti i bar già chiusi e le piccole pizzerie. Abbiamo un Governo che, politicamente, non ha alcun interesse a mantenere vive le peculiarità di questo paese. Vogliono ridurci a un colabrodo fatto di controllo cibernetico, digitale, sanitario, vaccini. Solo un imbecille può fare un vaccino per una malattia che muta. Ma che senso ha pagare coi soldi dei cittadini Big Pharma che si permette di mandare al ministero e ai giornalisti dieci pagine di un contratto di cui nove con le strisce nere?
Ma il popolo sovrano dov’è? Il popolo pecorone perché non scende in piazza?