Qualche giorno fa dalla mia pagina Facebook lanciai un appello per accendere un riflettore su quanto stesse accadendo per il vaccino AstraZeneca.
Chiarivo nel post che non sono un negazionista, che non entro mai nel merito della questione vaccini da un punto di vista sanitario non avendo le competenze per farlo, e convinto che non si debba influenzare la sacrosanta libertà di scelta che ognuno di noi dovrebbe avere quando si parla di scegliere un trattamento sanitario.
Detto questo, mi esprimevo però da un punto di vista giornalistico, e dopo aver analizzato quanto stesse accadendo in altri paesi come l’Austria, come la Danimarca (e anche in altre sette nazioni), che avevano sospeso questo farmaco perché erano risultate delle gravi anomalie e delle morti più che sospette.
Chiedevo quindi come mai i media e il governo italiano se ne stessero completamente disinteressando, continuando a somministrare AstraZeneca anche in attesa di chiarire quanto stesse accadendo in Europa.
Io non credo che qualcosa che potrebbe essere dannoso per un danese al punto di spingere il governo a prendere una misura precauzionale non potrebbe essere altrettanto pericoloso per un italiano. Mi rendevo quindi conto che ancora una volta la priorità non era la tutela del cittadino, ma sempre gli interessi politici e le logiche economiche.
In Danimarca si parlava di un lotto sospetto, mi sta bene quindi non fare allarmismo. Ma se anche non fosse un problema del vaccino in sé ma di un solo lotto, parliamo comunque di mezzo milione di dosi che sono state distribuite in tutta Europa: possiamo mica lasciare i cittadini alla mercé di una sorta di roulette russa? Assolutamente no.
Appena sospettata l’anomalia, questo andava fatto contestualmente anche in Italia, senza se e senza ma.
Questo è ciò che osservavo non basandomi su teorie del complotto o no-vax, ma su dati e decisioni prese da esperti di altri paesi.
Morale della favola, Facebook mi cancellava il post definendolo “fuorviante”. Meno di 48 ore dopo l’Italia è dovuta intervenire proprio su quel vaccino. Io ovviamente mi auguro che la cosa sia circoscritta a un solo lotto e che venga isolato quanto prima senza arrecare danni, ma ci rendiamo conto che non siamo stati messi in sicurezza prima per una scelta politica? Non perché non ci fossero gli estremi per farlo o perché non fossero arrivati dei campanelli d’allarme!
Io per fortuna ho poi ripreso il mio appello anche su questa piattaforma, accendendo un riflettore sulla vicenda prima che scoppiasse il caso. Ma la domanda è: perché c’era bisogno che scoppiasse prima il caso per sospendere qualcosa che in altri paesi era già stato sospeso?
Può Facebook cancellare una notizia che non era negazionista, ma partiva dall’analisi di quanto stesse accadendo altrove e chiedeva semplicemente chiarezza (quello che poi ha preteso la stessa Ema)?
Come possiamo continuare a lavorare in questo clima di censura inaccettabile, noi che facciamo informazione documentata, ma libera?
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