Da anni ci dicono che la data scelta per celebrare la Giornata internazionale della donna sia l’8 marzo in ricordo delle 134 donne rimaste uccise durante un incendio in una fabbrica degli Stati Uniti.
E’ sfuggito un solo dettaglio: non è affatto vero!
Il (presunto) fatto
New York, scoppia un incendio in una fabbrica. Dentro ci sono alcune operaie che il padrone tiene rinchiuse nel tentativo di impedire loro di partecipare a un movimento di protesta. Le donne non riescono a fuggire e rimangono tragicamente uccise nel rogo.
A questa storia, in diverse epoche e in diversi paesi, vengono aggiunti numerosi dettagli: la fabbrica diventa una fabbrica di camicie, le vittime sono 134, viene detto che il fatto sia avvenuto nel 1857, poi nel 1911, poi, ancora, nel 1908. Per molti è successo con precisione l’8 marzo, per altri è avvenuto alla fine di febbraio.
Ma cosa è successo davvero?
Il (vero) fatto
Un tragico capitolo di cronaca nera newyorkese è effettivamente accaduto, ma non c’è nessun legame con la festa della donna! Il 25 marzo del 1911 ci fu un grave incendio all’interno della fabbrica Triangle di New York. Era una fabbrica di camicie che occupava ottavo, nono e decimo piano di un palazzo. Quando scoppiò l’incendio i proprietari, che usavano chiudere a chiave le stanze in cui lavoravano gli operai per paura di essere derubati, abbandonarono il palazzo e tutti i dipendenti rimasero intrappolati all’interno.Morirono tragicamente 146 persone, alcuni a causa del fuoco, altri perché tentarono di salvarsi gettandosi dalla finestra.
Di queste 146 vittime, 123 erano effettivamente donne, tuttavia non vi è alcun legame specifico con la celebrazione dei diritti delle donne e con l’emancipazione femminile. La tragedia sollevò numerose questioni circa le condizioni dei lavoratori in fabbrica e la sicurezza degli operai, ma queste proteste avvennero indipendentemente dal fatto che le vittime fossero uomini o donne.
Qual è allora il vero motivo per cui si è scelto l’8 marzo come giorno internazionale dedicato ai diritti della donna?
Dobbiamo immaginare il periodo compreso tra la fine dell’800 e la prima metà del ‘900 come un momento storico denso di rivolte. Gli operai vivono in condizioni molto precarie e capiscono di essere sfruttati dai datori di lavoro. In questo quadro, poi, le donne vivono una situazione ancora peggiore!
Vengono considerate incapaci di agire e non possono gestire i loro beni. Devono sottostare alla potestà del marito e non possono votare. Non possono accedere a percorsi di studio e a certe professioni. Quando lavorano (nelle classi sociali più basse e rigorosamente per i lavori più umili) sono pagate pochissimo e sempre meno degli uomini… E’ in questo contesto che prende il via la ‘rivoluzione femminile‘! Le donne studiano, si insediano nel mercato, reclamano i loro diritti e si riuniscono, dandosi appuntamenti sempre più regolari.
Così negli Stati Uniti l’ultima domenica di febbraio diventa il Woman’s Day. In Germania il 19 marzo diventa il giorno in cui celebrare il riconoscimento del diritto di voto alle donne. La Francia sceglie di celebrare il 18 marzo. La Svezia opta per il primo maggio… E così tutta Europa: date diverse per motivi diversi.
E l’8 marzo?
Tra i primi a considerare l’8 marzo ci furono i russi (e a ben vedere nemmeno tanto consapevolmente). In Russia infatti era considerata Giornata internazionale della donna il 23 febbraio del calendario giuliano, data che per il nostro calendario è, appunto, l’8 marzo. Solo dopo il primo ventennio del secolo l’8 marzo iniziò a diventare sempre più una data indicativa per tutti. Più tardi, nel 1977, è l’ONU a siglarla ufficialmente e l’8 marzo diventa la Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale. La scelta insomma è del tutto arbitraria!
La Festa della donna tra domande stupide e falsi miti…
Se è vero che la conoscenza rende liberi, adesso siamo tutti liberi di andare a festeggiare come vogliamo. Qualche ultima osservazione?
- Le donne vanno celebrate tutti i giorni.
- Gli uomini devono comprare le mimose!
- Perché c’è una festa della donna e non c’è una festa dell’uomo?
Nel caso non fosse chiaro, lo ribadiamo: l’8 marzo non si festeggiano le donne. Si celebra il lungo e difficile percorso fatto dalle donne per conquistare diritti civili e personali. E no, le mimose non sono un obbligo per gli uomini. L’usanza, tutta italiana, era quella di prendere un grande ramo di mimosa (e non comprarlo!), staccare dei rametti e regalarseli l’un l’altra, tra donne. Lo scopo? Sostenersi a vicenda nella battaglia all’emancipazione e fare squadra, proprio come ciascuna delle piccole sfere di polline attaccate al ramo.
Benedetta Intelisano