Non dobbiamo andare per forza fuori dall’Italia per trovare un esempio di campagna vaccinale a buon punto. Naturalmente per una comunità di 35mila abitanti come la Repubblica di San Marino si tratta di giocare un campionato a parte, ma anche senza i vincoli europei, che si sono trascinati dietro tutte le attuali negligenze nella vaccinazione di massa dei paesi membri.
Senza questo vincolo, San Marino è sulla cresta dell’onda per quanto riguarda il numero di vaccinati, e le fasce d’età coperte.
Vaccinati anche i sedicenni (come già accaduto in Israele), “ma con Pfizer, che ha fatto sperimentazioni su questa fascia interessata“; per tutti gli altri si è operato con il russo Sputnik. Una situazione da cui mamma Italia è lontana anni luce, ma potrebbe presto godere del contributo sammarinese, non appena avranno terminato il piano vaccinale.
Lo ha dichiarato il Ministro della Sanità Roberto Ciavatta a ‘Lavori in Corso’: ecco l’intervista da Stefano Molinari e Luigia Luciani.
“Sputnik sta andando molto bene, in più abbiamo superato le 9mila somministrazioni. L’adesione è veramente molto soddisfacente. Abbiamo già coperto tutte le fasce più significative, cioè gli anziani ma non solo: anche il corpo docente, le le forze di polizia, gli oncologici e le persone fragili.
Non siamo interessati a speculare sulla vaccinazione, crediamo che in questo momento la vaccinazione sia ciò di cui tutti hanno bisogno. Quindi nel momento in cui dovessimo terminare la vaccinazione dei sammarinesi la nostra disponibilità nei confronti dei territori limitrofi (on cn Sputnik che non è approvato in Italia) sarà piena.
Per queste ragioni abbiamo un colloquio continuo con le istituzioni italiane, anche perché abbiamo diverse comunità sammarinesi sparse nelle città italiane. Se ci fosse un accordo con la Repubblica Italiana per sottoporre a vaccinazione questi nostri concittadini, sarebbero certamente persone in meno di cui dovrebbe occuparsi l’Italia. Se avessimo sovrascorte (cosa che ad oggi non è) piuttosto che aprire a una speculazione sul turismo vaccinale, ci renderemmo disponibili per sostenere la vaccinazione dei territori limitrofi.
Draghi rimprovera le regioni? Red che fino a qualche settimana fa il problema non fosse delle regioni, ma dell’approvvigionamento. Avere un’organizzazione che può andare a cento all’ora e va a cinquanta non è imputabile alle regioni stesse.
Posso dire che qui a San Marino stiamo impiegando tutte le forze possibili. Abbiamo un contagio significativo e parecchie persone in isolamento, nelle terapie intensive e a domicilio. Abbiamo utilizzato anche fuori turno tutto il personale sanitario disponibile per procedere il più veloce possibile. In questo modo siamo arrivati a una gestione di circa 650 vaccini al giorno che con i richiami passeranno attorno a 300 vaccini al giorno: con una cittadinanza di 35mila persone parliamo di cifre importanti.
L’importante è riuscire a fare una campagna che possa immunizzare interi territori. Che la Repubblica di San Marino riesca prima o dopo al circondario a finire la sua vaccinazione è poco significativo: nel momento in cui tutti i territori limitrofi saranno a un punto significativo di vaccinazioni, lì sarà il momento in cu potremo riattivare la nostra economia”.