L’arroganza del pensiero unico, in economia, è diventata talmente forte da annichilire il pensiero critico dell’intera popolazione. In modo silenzioso, attraverso i dogmi del pensiero unico neoliberista, la gente è stata convinta che sia giusto (financo doveroso) rinunciare alla democrazia. Il problema sta nel fatto che, di questo percorso storico, non vi è nemmeno traccia, poiché la censura è diventata elemento normale della comunicazione neoliberista. Dall’altro lato, il fenomeno della povertà è stato accettato come una cosa giusta, dovuta all’incapacità del debole, dell’oppresso, di farsi strada nella vita.
Qual è il punto fondamentale che voglio sottolineare con questo passo? Mi ricordo, da sempre, di aver vissuto in un mondo in cui dicevano “pubblico è brutto” e “privato è bello”. C’è stata l’epoca di Tangentopoli, che un giorno verrà molto riscritta in termini storici. E c’è stata la distruzione di un mondo: era un mondo di economia Keynesiana, un mondo di espansione di spesa pubblica. E’ stato raccontato che quello era il male assoluto e che il privato era il bene assoluto.
Oggi, a distanza di quasi 30 anni da Maastricht (1992) noi abbiamo convinto le persone che è giusto rinunciare alla democrazia.
Per esempio sono riusciti a convincere a ridurre il numero dei parlamentari con il concetto neoliberista di spreco della spesa pubblica, facendo leva sull’ignoranza delle persone, sul fatto che quelle spese sono minimali rispetto al danno che si può fare se non abbiamo dei nostri rappresentanti che ci difendono. E quindi sono riusciti a convincere il popolo che perdere rappresentanza democratica sia interesse del popolo. Queste persone sono perverse.
E dall’altro lato, il fenomeno della povertà sta diventando comunemente accettato. Con il Covid, con il Governo Conte, noi abbiamo avuto un milione di poveri in più nelle strade. Si dirà “non è colpa di Conte“. Chi era al Governo? Chi faceva i decreti? Chi poteva decidere di salvare le famiglie? Non certo io.
Allora, a questo punto, perfino la censura impedisce di parlare e di criticare. Mi dispiace, io non ho fatto sconti al Governo Conte e non li farò nemmeno al Governo Draghi. E’ inaccettabile che in un anno ci sia un milione di poveri in più nelle strade.
Malvezzi Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi