Nella trasmissione Porta a Porta è intervenuto in data 30 marzo 2021 il Dottor Remuzzi. Il quale, in un impeto di quasi lirico fideismo scientifico si è spinto a definire un “miracolo” il vaccino anti-Covid.
Non deve stupire siffatto linguaggio. Sarebbe un grave errore intendere l’espressione come una semplice figura retorica. Dal punto di vista della religione medico scientifica, il medicalismo, il vaccino svolge una funzione intrinsecamente religiosa.
Non si è forse atteso come un Messia giunto per redimere l’umanità? Si pensi alle scene tremende e indelebili delle camionette che nel periodo natalizio attraversavano con marcia sacra l’Italia tutta trasportando il divino redentore venerato dalla religione terapeutica. Lo spettacolo mediatico diede in quel caso il peggio di sé. Italiani chiusi in casa in lockdown e intanto il vaccino faceva la sua solenne processione.
Per altro verso il vaccino svolge funzione di sacramento: esso chiede di essere somministrato a tutti i fedeli. Chiunque non si prestasse andrebbe in contro all’infamante etichetta di eretico e sempre più spesso si vedrebbe privato di alcuni diritti fondamentali grazie alla pratica dei patentini o passaporti vaccinali che dir si voglia. Pratica che ovviamente nasconde un obbligo mascherato dietro la vecchia formula del ricatto. Un sacramento in fiale somministrato dai nuovi sacerdoti in camice bianco.
I tratti di similitudine con la religione tradizionale sono fin troppo evidenti. La salvezza dell’anima viene ora ridefinita come salvezza dei corpi. Salvezza dei corpi per la quale si è disposti a sacrificare tutto, compresa la libertà.
Le parole di Remuzzi insomma vanno prese sul serio.
RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro